Più attenzione al fianco Sud, anche contro la presenza dei mercenari russi di Wagner, e un rinnovato impegno nell’Indo-Pacifico, contro l’influenza della Cina. Sono stati questi i temi sollevati alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato al quartier generale dell’Alleanza atlantica. Fresca del nuovo allargamento alla Finlandia, la Nato cerca di rafforzare il suo ruolo nelle sfide globali, oltre a dare continuità al supporto all’Ucraina. Che non è solo quello immediato per far fronte all’aggressione russa, ma che deve continuare anche dopo la guerra per la sua posizione strategica. Per questo è stato concordato un piano pluriennale per rafforzare le forze armate ucraine contro future aggressioni ma anche per avvicinare il sistema di difesa agli standard della Nato, in vista di una futura adesione all’Alleanza. "Il futuro dell'Ucraina è nella famiglia della Nato, sappiamo che diventerà un membro dell'Alleanza", ha rimarcato il segretario generale, Jens Stoltenberg.
L’altro fronte è quello del Sud, con l’Africa sempre più esposta dalle infiltrazioni dei mercenari della Wagner e la polveriera della Tunisia pronta ad esplodere se non si interverrà con i prestiti del Fondo monetario internazionale. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha chiesto che gli aiuti siano fatti a tranche in modo da poter procedere con le riforme necessarie e ne ha parlato anche il Segretario di Stato, Antony Blinken. Sulla Cina invece gli occhi sono puntati al viaggio del presidente francese Macron, già atterranno a Pechino, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che incontreranno il presidente Xi Jinping. Potrebbe essere l’inizio di nuove relazioni più assertive da parte dell’Ue, con la speranza che Pechino interceda sulla Russia per la pace in Ucraina.
Fabio Fantozzi (La Presse)