Il mare è in pericolo, dobbiamo difenderlo. Nella giornata mondiale degli oceani il WWF diffonde un nuovo report sul Mediterraneo sempre più salato e bollente: nel 2023 ha raggiunto la temperatura media record di 21,1 gradi. E' uno dei tanti effetti del cambiamento climatico, con conseguenze in alcuni casi irreversibili su ecosistemi marini, biodiversità, ed effetti rilevanti su settori economici cruciali come pesca e turismo, oltre che sulla nostra salute e alimentazione.
L’impatto più grave è però sul ruolo chiave che hanno gli oceani per la termoregolazione del clima globale, la produzione di ossigeno e l’assorbimento di anidride carbonica. Il ‘respiro’ degli oceani è sempre più in affanno. I segnali del cambiamento comprendono: aumento delle specie aliene invasive, proliferazione di meduse, perdita delle praterie di Posidonia oceanica, scomparsa delle gorgonie, mortalità di massa della Pinna nobilis, il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo.
Con i drammatici dati del report, si apre quindi la fase estiva della campagna del WWF: centinaia di attivisti tra volontari, ricercatori, velisti, pescatori, sub e apneisti saranno impegnati nella difesa collettiva del nostro Capitale Blu. Puliranno spiagge e fondali, monitoreranno tracce e nidi di tartaruga marina, cetacei, foche monache. Ma anche le istituzioni sono chiamate a fare la propria parte, a partire dalla designazione di 30% di mare protetto. Obiettivo che il WWF spera di poter raggiungere entro il 2030.