Niger, il leader dei golpisti Tchiani: "Non cederemo a pressioni"
Sale la tensione in Niger, tanto che Washington ha ordinato la partenza del personale non essenziale della sua ambasciata a Niamey, mentre Joe Biden chiede l'immediato rilascio del presidente Bazoum, "le cui condizioni di detenzione – afferma l'Ue - sono sempre più preoccupanti". Migliaia i nigerini che sostengono il colpo di stato: nel giorno in cui si celebra l'indipendenza dalla Francia si sono radunati a Niamey sventolando bandiere russe. Ed è conto alla rovescia per l'ultimatum di sette giorni lanciato dall'Ecowas, la comunità degli Stati dell'Africa occidentale, giunta in Niger per negoziare. L'uso della forza – afferma - è "l'ultima opzione sul tavolo, ma dobbiamo essere preparati a questa eventualità"; il Senegal ha già annunciato la propria partecipazione in caso di intervento militare.
Dal canto suo il leader golpista Tchiani ha già dichiarato che il suo governo non cederà né alle pressioni regionali né a quelle internazionali definendo le sanzioni imposte al Paese "illegali, ingiuste e disumane". Si sono intanto concluse le operazioni di evacuazione di cittadini francesi, europei ed extra-europei. Dei 1.079 evacuati, 577 hanno il passaporto francese. A bordo dei voli messi a disposizione da Parigi, anche cittadini britannici e belgi.
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