ESTERI

Non si fermano le proteste in Francia, 667 gli arresti

Altra notte di tensione in tutto il Paese. Nanterre, dove è stato ucciso il 17enne Nahel, rimane l'epicentro delle violenze. Non escluso lo stato d'emergenza

Non si fermano le proteste in Francia, 667 gli arresti.

Terza notte consecutiva di tensioni in tutta la Francia, in reazione alla morte di Nahel, 17 anni, in un controllo stradale a Nanterre. Dopo l'incriminazione per omicidio volontario e la custodia cautelare per il poliziotto che ha sparato, un corteo ha riunito, secondo i dati della prefettura, 6.200 persone; poi le violenze hanno preso il sopravvento. In totale, secondo il ministro dell'Interno, sono state 667 le persone arrestate. L'Eliseo ha annunciato che oggi Emmanuel Macron presiederà una nuova unità di crisi interministeriale.

Alcune città hanno adottato il coprifuoco. Si contano anche diversi saccheggi nei centri commerciali, in particolare a Drancy dove i rivoltosi hanno utilizzato un camion per forzare l'ingresso di un centro commerciale. Ma è Nanterre a restare l'epicentro delle violenze, con l'incendio a uno sportello bancario ed edifici pubblici presi di mira. In altre cittadine, secondo fonti governative, le autorità hanno dovuto impedire tentativi di irruzione nelle stazioni di polizia. Nel mirino anche il cuore di Parigi: almeno due negozi sono stati vandalizzati nel quartiere di Halles. Più in periferia, diverse auto date alle fiamme. In totale, a Parigi e nelle periferie interne, sono stati 242 gli arresti. A Nantes, secondo l'assessore regionale Stéphane Gachet, "una decina di individui mascherati e muniti di sbarre di ferro e maschere di ossigeno hanno fermato un autobus, hanno chiesto ai passeggeri di scendere e poi gli hanno dato fuoco".

L'opzione di instaurare lo stato d'emergenza per la rivolta delle banlieue non è più esclusa. Interrogata sul tema, la premier Elisabeth Borne ha detto questa mattina che "tutte le ipotesi" vengono prese in esame per ripristinare "l'ordine repubblicano".

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