UCRAINA

Nuovi attacchi russi dal cielo nella notte. Equilibri in bilico nel Donbass

Zelensky indica intanto il 2023 come l'anno della “vittoria”

Senza tregua questa guerra. Non è bastato l'arrivo del gelo invernale a rallentare gli scontri nel Donbass; improbabile avesse un qualche effetto il periodo delle feste. A Bakhmut progressi di pochi metri possono costare decine di vite; sostanzialmente arrestata l'avanzata in città delle forze russe. Ma si continua a combattere e morire, in quello che ormai è un enorme “tritacarne”. Per gli ucraini questa città è ormai un simbolo. Guerra d'attrito apparentemente insensata per Mosca; che ritiene tuttavia come il fattore tempo giochi dalla propria parte. E' la tattica brutale del progressivo esaurimento delle forze nemiche, anche a prezzo di perdite elevatissime tra le proprie fila. Tutto ciò mentre si segnala l'afflusso, a ritmi sostenuti, di riservisti e mezzi moderni in prima linea. Una partita decisiva potrebbe giocarsi allora più a nord, nel settore di Svatovo e Kreminna.

L'altra componente della strategia russa impatta invece in modo diretto sulle condizioni di vita dei civili. Proseguiti anche nella notte di Capodanno gli attacchi dal cielo. Le autorità di Kiev hanno parlato della distruzione di 45 droni kamikaze. Secondo l'Intelligence, inoltre, Mosca avrebbe a disposizione missili da crociera per un massimo di altri 3 attacchi su larga scala. La realtà ha spesso smentito previsioni di questo tipo; anche perché il sistema industriale russo pare ormai settato per un conflitto di lungo termine. E i raid di ieri – ha annunciato il Ministero della Difesa - hanno preso di mira fabbriche di droni e siti di lancio, per sventare – è stato detto - i tentativi ucraini di compiere “attacchi terroristici” contro la Federazione. Dal canto suo Zelensky appare deciso. “Stiamo combattendo e continueremo a combattere – ha dichiarato nel suo messaggio di inizio anno -. A favore di questa parola: vittoria”. Verso la Pace, intanto, l'azione instancabile del Papa. “Nel mondo intero e in tutti i popoli sale il grido 'no alla guerra', 'no al riarmo'”: così ha dichiarato all'Angelus. Ma prima un omaggio commosso al Papa emerito Benedetto XVI. “Ci uniamo tutti insieme, con un cuore solo e un'anima sola – ha detto -, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa”.

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