Sul tavolo dei leader europei la proposta messa a punto da popolari, socialisti e liberali per affidare a Ursula von der Leyen - in quota Ppe - un secondo mandato alla guida della Commissione europea, al socialista ex premier portoghese Antonio Costa, la presidenza del Consiglio Europeo e alla premier estone, la liberale Kaja Kallas, la carica di alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza. L'obiettivo è arrivare ad una decisione più condivisa possibile ma i premier di tre dei 27 paesi – Italia, Ungheria e Slovacchia – hanno manifestato aperto dissenso sul pacchetto di nomine pre-concordate e i negoziatori stanno tentando di coinvolgere Giorgia Meloni, anche se è presidente del gruppo dei conservatori - che sarà fuori dalla prossima maggioranza al Parlamento Europeo – per evitare, frizioni tra l'Unione Europea e Italia che è uno dei paesi fondatori.
Il premier polacco Tusk, tra i più influenti nel Ppe, ha dichiarato che non ci sarà decisione, senza il primo Ministro Meloni. All'Italia, stando alle anticipazioni, potrebbe essere assegnata una vice-presidenza esecutiva della Commissione e un commissario economico di peso mentre la Francia ha già scelto di confermare Breton, senza attendere l'esito delle elezioni di domenica prossima.
Al vertice di Bruxelles, che proseguirà nella giornata di domani, è intervenuto anche il Presidente ucraino Zelensky che ha firmato accordi sulla sicurezza – che comprendono anche la fornitura di armi – con l'Unione Europea, l'Estonia e la Lituania.