Nuovo attacco israeliano a Unifil: due feriti, uno è grave
Nobel per la pace Nihon Hidankyo: “Gaza è come Hiroshima 80 anni fa”
L'Unifil finisce ancora nel mirino dell'Idf: oggi un nuovo attacco contro le forze Onu di mantenimento della pace, dopo quello di ieri contro le tre basi schierate nel Libano meridionale, di cui due presidiate da italiani. Le forze israeliane aprono il fuoco su un posto di osservazione nella base principale di Naqoura, ferendo due caschi blu di nazionalità cingalese. Uno dei due, secondo fonti libanesi, è in gravi condizioni. “Ho scritto al mio omologo israeliano – fa sapere il ministro degli Esteri Tajani – dal momento che c'erano 70 soldati italiani nelle basi attaccate stamane. E' inammissibile quanto successo”.
"Stiamo indagando sull'incidente”, replica l'Idf. Il ministro della Difesa Crosetto, che ha già convocato l'ambasciatore dello Stato ebraico, parla di possibile “crimine di guerra”. Nella serata di ieri, il capo della missione Onu Lacroix annuncia il trasferimento di 300 peacekeeper in basi libanesi più grandi, per tutelarli dopo gli attacchi. Intanto arriva anche la condanna della Cina, che parla di “grave violazione del diritto internazionale umanitario” e l'indignazione di Mosca. L'Idf non si muove però solo sul fronte libanese – nella notte piovono bombe su Beirut, 22 le vittime civili - e rivendica anche l'uccisione, in un raid in Cisgiordania, del comandante della Jihad islamica palestinese, Mohammad Abdullah.
La guerra, insomma, non accenna a fermarsi. E in uno scenario globale di paura per il possibile allargamento dei conflitti in corso, arriva il premio Nobel per la pace, assegnato all'organizzazione antinucleare giapponese Nihon Hidankyo. “Gaza è come il Giappone 80 anni fa – ammonisce il movimento popolare di sopravvissuti alla bomba di Hiroshima e Nagasaki -. Lottiamo per un mondo libero dalle armi nucleari. Non devono essere usate mai più”.
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