E' condanna unanime da parte di Stati Uniti, Nazioni Unite e Unione Europea per le violenze dei militari in Birmania, che dal colpo di Stato del primo febbraio stanno soffocando nel sangue le proteste dei civili. L'Alto Rappresentante europeo parla di "escalation inaccettabile", “di strada insensata” della giunta militare birmana, mentre il Presidente Usa Biden definisce la repressione delle proteste "terribile" e "scandalosa".
Sabato si è consumato “il giorno della vergogna”, con almeno 114 persone uccise, tra cui bambini. Ieri si contano altri 36 morti: il bilancio complessivo delle vittime sale così a quota 459; Oltre 2000 i civili arrestati. Con una dichiarazione congiunta, il Consigliere speciale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio, e l'Alto Commissario Onu per i diritti umani, hanno esortato i militari del Myanmar a “smettere immediatamente di uccidere le stesse persone che hanno il dovere di servire e proteggere”.
Ferma condanna anche da presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: "l'Ue – scrive su Twitter - sta lavorando con i suoi partner per porre fine a questa violenza, avviare un processo politico adeguato e rilasciare tutti i detenuti. Le atrocità devono finire adesso”.
