Il terrorismo e la morte non hanno mai l'ultima parola, dice il papa incontrando a Qaraqosh la comunità cristiana che nel 2014 fu cacciata via dall'Isis e che solo di recente sta tornando. E dice loro che non sono soli, gli chiede di non smettere di sognare e non arrendersi e di avere la forza di perdonare. Da Bergoglio l'appello al rispetto delle donne, dando loro attenzione e opportunità.
Allo stadio di Erbil la Messa di papa Francesco, il suo ultimo appuntamento del viaggio apostolico in Iraq. Con la presenza di 10mila fedeli questo è l'unico appuntamento con molte persone. Il Papa nello stadio è entrato in papamobile. Finora ha sempre girato in auto chiuse e blindate. Le ferite dei cristiani in Iraq sono profonde ma Dio dà la forza "perché sappiamo resistere alla tentazione di cercare vendetta" - ha detto il Papa nell'omelia della Messa allo stadio di Erbil. "Qui in Iraq, quanti dei vostri fratelli e sorelle, amici e concittadini portano le ferite della guerra e della violenza, ferite visibili e invisibili! La tentazione è di rispondere a questi e ad altri fatti dolorosi con una forza umana, con una sapienza umana. Invece Gesù ci mostra la via di Dio, quella che Lui ha percorso e sulla quale ci chiama a seguirlo", ha sottolineato Papa Francesco.
Al termine della Messa Papa Francesco ha incontrato Abdullah Kurdi, papà del piccolo Alan, naufragato con il fratello e la madre sulle coste turche nel settembre 2015 mentre con la famiglia tentava di raggiungere l'Europa. Il Papa si è intrattenuto a lungo con lui e con l'aiuto dell'interprete ha potuto ascoltare il dolore del padre per la perdita della famiglia. Abdullah ha manifestato gratitudine al Papa per le parole di vicinanza alla sua tragedia e a quella di tutti quei migranti che cercano comprensione, pace e sicurezza lasciando il proprio paese a rischio della vita.