Penisola coreana: nuove tensioni dopo i test missilistici di Pyongyang
Il regime di Kim punta il dito contro gli USA, dopo l'annunciato ritorno della portaerei Reagan. Nei giorni scorsi appoggio alle annessioni russe di territori ucraini
Stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi, aveva dichiarato tempo fa Papa Francesco. Parole di drammatica attualità. L'impressione infatti è che gli innumerevoli focolai di tensione, innescati – o riaccesi – dalla crisi ucraina, non siano che tessere di un medesimo puzzle. E non è certo periferica la questione nordcoreana. Il supporto all'invasione russa, e l'appoggio alle annessioni decise dal Cremlino, evidenzia il tentativo di rompere l'isolamento negli organismi internazionali; utilizzando come grimaldello proprio l'attuale conflitto nel cuore dell'Europa. Il risultato si è visto al Consiglio di Sicurezza ONU; se in passato non erano mancate condanne all'unanimità, si registra ora il sistematico veto di Mosca e Pechino a qualsiasi risoluzione contro Pyongyang. Il copione, a New York, si è ripetuto anche ieri, dopo il lancio di un missile a medio raggio che aveva sorvolato il Giappone. Non un fulmine a ciel sereno; ma una risposta – nello stile del regime – ad una minaccia percepita: la ripresa di esercitazioni militari congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti - sostanzialmente “congelate” dall'incontro del 2018 fra Trump e Kim Jong Un -, e le recenti manovre navali cui aveva preso parte anche il Giappone: sempre più assertivo, peraltro, nell'ambito della strategia americana di contenimento della Cina.
Come spesso avviene tutto ciò ha dato il via ad un “loop” di atti di forza. Dopo il test balistico nordcoreano le forze armate di Washington e Seoul avevano infatti risposto con esercitazioni aeree di attacchi di precisione; poi con il lancio di 4 missili terra-terra. Uno di questi, tuttavia, a causa di una anomalia, si è schiantato alla periferia di una cittadina della costa orientale della Corea del Sud, terrorizzando i cittadini. Annunciato inoltre il ritorno della portaerei Reagan, in prossimità della Penisola. Decisione ritenuta da Pyongyang una “grave minaccia alla stabilità della Regione”; da qui altre ritorsioni: il lancio di 2 missili a corto raggio, ed il sorvolo del confine ad opera di 12 aerei militari. Secondo l'intelligence sudcoreana sarebbe inoltre possibile, entro maggio, un nuovo test nucleare, dopo quello effettuato nel 2017. Sfida molto pericolosa, nell'attuale quadro di crescente polarizzazione tra Potenze.
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