BALLOTTAGGIO

Presidenziali Polonia: Duda vince di un soffio sull'europeista Trzaskowski

Ieri il ballottaggio, con una altissima affluenza. Il Presidente uscente ha puntato su potenziamento del welfare e forte conservatorismo sui temi etici. Di segno opposto la proposta del Sindaco di Varsavia

Il dato finale restituisce l'immagine di un Paese spaccato in due. Vittoria per un soffio del Presidente uscente, che ha ottenuto il 51,2% delle preferenze; grazie ad un fortissimo consenso nelle campagne e nelle periferie. Ma la riconferma è stata contesa fino all'ultimo da Rafal Trzaskowski: Sindaco di Varsavia, esponente di punta della formazione centrista ed europeista Piattaforma Civica; e candidato di riferimento dei millennials e degli elettori delle grandi città. Altissima – per gli standard polacchi – l'affluenza in questo ballottaggio delle Presidenziali: quasi il 70%, contro il 47,89 del primo turno. E questo nonostante la minaccia del Covid. A confrontarsi erano infatti due visioni opposte del Paese, e dei suoi rapporti con Bruxelles. Da una parte l'identitarismo di Andrzej Duda: formalmente indipendente, ma rappresentante della coalizione governativa capeggiata da Diritto e Giustizia. La sua proposta era basata su un forte conservatorismo sui temi etici; ma soprattutto – e questo punto è stato spesso ignorato nella narrazione dei media europei – su un massiccio trasferimento di risorse sul welfare, specie a sostegno di anziani e famiglie con bambini. Di segno opposto la visione della Polonia di Trzaskowski: deciso a ricucire i rapporti con l'UE, vicino alle istanze della comunità LGBT; e in campo economico legato all'impostazione ordoliberalista del suo partito. Da qui l'importanza di questa consultazione; perché paradigmatica della frattura ideologica da tempo presente in seno al Vecchio Continente. Alla fine, probabilmente, è risultato decisivo il bisogno di protezione delle fasce più deboli della popolazione. Di certo mai come questa volta, negli ultimi anni, la Polonia è stata così vicina ad un cambio di rotta; che non sarebbe stato esclusivamente simbolico. In caso di vittoria, infatti, Trzaskowski avrebbe potuto porre il veto sulle leggi della compagine al Governo, che non dispone, alla Camera, della maggioranza necessaria di tre quinti per superarlo.

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