Presidenziali USA: nessun passo indietro di Biden; sguardo al secondo confronto TV con Trump di settembre

Nelle scorse ore la convention repubblicana ha approvato con una voce sola la nomination del tycoon

“La mia acutezza mentale è dannatamente buona”, ha dichiarato Joe Biden. In un'intervista alla Nbc l'ennesima prova di caparbietà, nel volersi mantenere in corsa; seppure tutto, in questa fase, sembri giocargli contro. Rilancia, però, l'anziano Presidente; dicendosi pronto ad un secondo confronto con Trump a settembre. E tornando ad attaccarlo sul topos della “minaccia alla democrazia”; nonostante i suoi stessi appelli ad abbassare i toni dopo quanto avvenuto a Butler. Dove per una questione di millimetri si è passati da possibili scenari da guerra civile al probabile trionfo futuro del miliardario newyorkese.

Che proprio con il gesto ormai iconico del pugno alzato si è presentato – da padrone - alla convention repubblicana di Milwaukee; orecchio bendato, atteggiamento da guerriero. Una sorta di allineamento dei pianeti, in questi giorni, per lui: dal duello TV stravinto contro il fantasma di Biden, alla rimozione delle restrizioni disposte da Meta. Poi il fato, che ha fatto si che quel proiettile lo sfiorasse appena; la tempra, nel reagire allo choc; le novità per lui positive sul fronte giudiziario e l'aperto endorsement di Elon Musk: “pesante” anche economicamente.

Nella corsa alla Casa Bianca Trump avrà al proprio fianco il senatore dell'Ohio J.D. Vance: il cui successo editoriale – Hillbilly Elegy – incarna una vicinanza esistenziale al disagio dell'America profonda. “Un clone di Trump”, ha tagliato corto Biden. Sulle strategie di politica estera, effettivamente, l'approccio parrebbe simile; ad esempio sul dossier Ucraina. Zelensky è come se avesse fiutato l'aria; ieri, piuttosto a sorpresa, l'apertura ad una partecipazione russa al futuro vertice di pace. Che non a caso sarebbe previsto in coincidenza con le presidenziali statunitensi.

Cauto il Cremlino. Molto assertivo invece Orban; in una lettera inviata al Consiglio Europeo – dopo il suo maldigerito tour per cancellerie - ha rimarcato come sia intenzione di Trump, in caso di vittoria, agire immediatamente come mediatore. Duro, poi, il Premier magiaro, riguardo la postura internazionale di Bruxelles. Che consisterebbe a suo avviso in un allineamento acritico a quella che ha definito “la politica di guerra” di Washington.

Contronarrazione che potrebbe forse diventare mainstream, a partire da novembre. Talmente con il vento in poppa, Trump, da non soffermarsi più di tanto sulle clamorose falle di sicurezza in occasione dell'attentato. Il Washington Post ha riportato come diversi testimoni avessero urlato verso un agente di polizia - puntando il dito contro il ragazzo che ha sparato -, almeno 86 secondi prima che aprisse il fuoco.

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