L'impressione è che quanto fino ad ora ipotizzato dai magistrati belgi non sia che la punta dell'iceberg, di qualcosa di più impattante e profondo. Ma già ora appaiono devastanti le conseguenze per un'Istituzione – l'Eurocamera – che aveva fatto del rigore etico la cifra delle proprie battaglie. A cadenza quotidiana nuove indiscrezioni, riguardo il presunto giro di mazzette da Qatar e Marocco. Sarebbe stata una “talpa”, all'interno del Parlamento stesso, ad aver innescato l'inchiesta. Nel mandato di arresto Antonio Panzeri - l'ex eurodeputato in carcere a Bruxelles - è definito animatore di una “vasta organizzazione fraudolenta”.
Potrebbe essere insomma estremamente ramificata la trama di corruzione, che conduce a Doha e Rabat. E se l'intento era davvero quello di incidere sul processo decisionale europeo, lo scandalo potrebbe allargarsi a dismisura; pregiudicando la credibilità dell'intera struttura comunitaria. Peraltro nel momento peggiore, visto il terremoto geopolitico provocato dalla guerra in Ucraina, e le sue ricadute economiche e sociali. Conflitto caratterizzato in questa fase dalla metodica distruzione delle infrastrutture energetiche di Kiev; e da una crescente pressione delle forze russe nel Donbass, con i contractor della Wagner spesso protagonisti in prima linea.
A Bakhmut scontri selvaggi nella periferia orientale; dove la conquista di un singolo isolato può costare la vita di decine di soldati. Accanita la resistenza delle truppe ucraine, supportate a quanto pare da un robusto contingente di foreign fighters. Diffusa, del resto, la consapevolezza di come questa battaglia possa rappresentare un nuovo punto di svolta. Ne è convinto probabilmente lo stesso Putin, che ieri ha avuto colloqui per tutta la giornata con i vertici militari: dal Ministro della Difesa Shoigu al capo di stato maggiore Gerasimov.