Siria: prosegue l'offensiva anti-curda di Ankara. Bombardamenti anche nel nord dell'Iraq
Secondo l'analista Nicola Pedde il conflitto potrebbe prolungarsi ben oltre le aspettative della Turchia
Se ci ostacolate apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati, mandandoli in Europa. Minaccia esplicita, quella di Erdogan, all'UE, nel secondo giorno dell'offensiva nel nord-est siriano, che avrebbe portato alla conquista di 2 villaggi curdi e all'uccisione di 109 miliziani. Come risposta, dall'area presidiata dalle Forze Democratiche Siriane, sarebbero partiti colpi di mortaio su località frontaliere turche. 6 i morti, fra i quali un bimbo. Almeno 70 i feriti. Secondo l'analista Nicola Pedde – Direttore dell'Institute for Global Studies - il conflitto, ancora nelle fasi iniziali, potrebbe prolungarsi ben oltre le aspettative di Ankara. Nel frattempo l'aviazione colpisce anche obiettivi del PKK nel nord dell'Iraq, con l'obiettivo di contrastare eventuali soccorsi verso la zona di conflitto. La Turchia, al momento, nega di aver colpito civili. Inevitabile, tuttavia, la fuga di decine di migliaia di persone dalle zone di combattimento. Intanto l'annunciato disimpegno del contingente statunitense, deciso da Trump, – e i successivi moniti ad Ankara, l'ultimo proprio oggi -, stanno provocando confusione e polemiche in seno all'apparato della Difesa. Ieri l'intervento di Joseph Votel, già comandante dell'US Central Command.
Nel servizio l'intervista a Nicola Pedde - Direttore Institute for Global Studies