Special Olympics World Games: l'eredità degli atleti special
Secondo i numeri di una ricerca commissionata dal comitato Special Olympics prima dell'inizio dei mondiali, il 93% dei cittadini emiratini con disabilità sono disoccupati. E anche nelle scuole la situazione non è migliore: un recente sondaggio, condotto su un campione di 4250 persone in otto paesi del Medio Oriente, tra i quali anche gli Emirati, ha evidenziato un pensiero dominante tra la popolazione; la maggioranza è convinta che le persone con disabilità intellettive debbano frequentare scuole speciali piuttosto che essere integrate nel sistema scolastico mainstream.
Dal ministero dello Sviluppo comunitario è stato quindi deciso di partire proprio dall'educazione, con la creazione di un programma nazionale, dedicato per ora alle sole scuole pubbliche, qui frequentate esclusivamente dagli emiratini, che unirà studenti con e senza disabilità in iniziative sportive e ludiche. Sarà inoltre fondata la Mothers of Determination Association, portavoce dei bisogni e delle necessità delle famiglie. "Siamo solo all'inizio del nostro viaggio - ha sottolineato Tala Al Ramahi, responsabile dell'ufficio strategy degli Special Olympics Games di Abu Dhabi - ma sono molo felice di sapere che c'è un impegno e che esiste già un percorso per continuare a lavorare sull'inclusione".
Sotto lo slogan #BeUnified, negli Emirati la sfida più difficile comincerà proprio
ora, con l'augurio che l'impegno prosegua davvero e che serva da esempio anche agli altri Paesi della Regione e dell'Africa, soprattutto, che guardano agli Emirati come ad un modello di sviluppo.
Elisabetta Norzi