Strasburgo: via libera all'”Ursula bis” all'Eurocamera. Decisivo il voto dei Verdi
Maggioranza governativa italiana spaccata sulla conferma di von der Leyen: “sì” di Forza Italia; contrari gli eurodeputati di Lega e FdI
Tutto più o meno come previsto, a Strasburgo. 401 – dopo il brivido dello scrutinio segreto - i consensi per l'ex ministra tedesca; a fronte di 284 voti contrari e 15 astenuti. Annuncio accompagnato da applausi; ma anche dal gelo di una parte consistente dell'emiciclo: quella che aveva visto nell'ultima tornata continentale segnali di discontinuità. Un cordone sanitario, invece, intorno alle cosiddette “ali estreme”; con la conferma della “Maggioranza Ursula”, e l'innesto di fatto dei Verdi: puniti alle urne, ma rivelatisi determinanti all'Eurocamera.
Perché numeri alla mano i franchi tiratori sarebbero stati oltre 50: più che sufficienti per giocare un brutto scherzo alla candidata. Da qui il suo impegno a “mantenere la rotta” su quel Green Deal che pure aveva suscitato non pochi mal di pancia nello stesso PPE. Parrebbe aver tuttavia prevalso la logica del do ut des. In ordine sparso il voto degli eurodeputati italiani sul bis di von der Leyen: favorevole Forza Italia; contraria la Lega e pure Fratelli d'Italia, che ha mantenuto il riserbo fino all'ultimo. Prevedibili gli attacchi del PD, che vede ora Roma più isolata.
Ha votato "no" invece il Movimento 5 Stelle: "non abbiamo visto nel programma niente che ci porti fuori dalla guerra". In precedenza la Presidente dell'Esecutivo dell'Unione aveva infatti illustrato le linee d'azione nel prossimo quinquennio: dall'annuncio di un nuovo fondo per la competitività, alla nomina di un Commissario per il Mediterraneo; e poi l'impegno a combattere l'immigrazione illegale, visto come una mano tesa ai conservatori di Ecr. Sul dossier ucraino – considerato ormai uno spartiacque nella definizione delle alleanze - confermato il sostanziale allineamento all'Amministrazione Biden; con dure critiche a Orban per i colloqui con Putin.
Nient'altro che una missione di “appeasement”, ha tuonato Von der Leyen. Che ha sollecitato piuttosto la costruzione di una “vera e propria Unione europea della Difesa”. Progetto visto dal Cremlino come la conferma di una tendenza all'escalation. Accelerata – nella percezione di Mosca – dall'annuncio di un futuro posizionamento di missili americani a lungo raggio in Germania. La risposta potrebbe essere il dispiegamento di missili nucleari; ad un preciso quesito il Ministero degli Esteri ha infatti replicato come non sia esclusa alcuna opzione.
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