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Sudan: ONU media per colloqui tra esercito e ribelli. Ma è ancora caos a Khartoum

Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati “più di 800.000 persone” potrebbero fuggire dal Paese. In Ucraina intanto mosse e contromosse in attesa della controffensiva di Kiev

1 mag 2023

L'estensione del “cessate il fuoco” pare sia servita a poco. L'incendio innescato 3 settimane fa, dal tentato golpe in Sudan, resta al momento difficile da domare; con il rischio che la faida interna tra militari – per il controllo del Paese - deragli in una guerra civile a tutti gli effetti. Ancora scontri e bombardamenti, a Khartoum. Una piccola speranza viene oggi dalle dichiarazioni dell'alto funzionario ONU nel Paese; è d'obbligo però l'uso del condizionale. Esercito e ribelli avrebbero accettato di inviare i propri rappresentanti, per negoziati da tenersi probabilmente in Arabia Saudita. L'obiettivo sarebbe una tregua “stabile e affidabile”. Ma è tutto complesso, aleatorio. L'attuale loop di accuse, fra le parti in causa, ricorda in un qualche modo la guerra di comunicazione in corso tra Mosca e Kiev, in vista della più volte annunciata controffensiva ucraina. I preparativi “sono in dirittura d'arrivo”, ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Reznikov. Ma l'operatività della macchina logistica potrebbe avere subito un duro colpo nelle scorse ore. Raid russo su Pavlograd: snodo ferroviario a est del Dnepr. Sarebbe stato colpito un grosso deposito di munizioni. In azione anche bombardieri strategici, con obiettivi ad ampio spettro. Attacchi - sottolinea Kiev - in gran parte respinti; e che fanno seguito allo schiaffo subito dai russi a Sebastopoli, con il rogo al deposito di petrolio. Cui si sommano le azioni di sabotaggio in profondità. Come il treno merci deragliato nella regione di Bryansk, a causa di un'esplosione sui binari. Mosse e contromosse, in attesa del redde rationem sul campo di battaglia. Prima del quale ogni ipotesi di mediazione è pura utopia. Anche perché in questa fase uno degli attori più assertivi pare temporaneamente fuorigioco. Focalizzato infatti sul fronte interno, Erdogan, con le Presidenziali ormai dietro l'angolo. E' anche in quest'ottica, forse, che va letto l'annuncio di ieri sera, circa l'uccisione, in Siria – da parte dei servizi segreti – del “presunto capo” dell'Isis Abou Hussein al-Quraychi.





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