GUERRA IN UCRAINA

Tajani: i rischi di una “terza guerra mondiale aumentano se non si fa attenzione”

Il Ministro agli Esteri italiano ha messo in guardia dalle possibili conseguenze di un utilizzo di armi occidentali per colpire il territorio russo. Nella notte massiccio raid aereo di Mosca in Ucraina

Riportato nella notte un massiccio attacco aereo russo su varie regioni dell'Ucraina. Consueto lo schema: sciami di droni – per saturare le difese aeree – e lanci missili da crociera, da parte di bombardieri strategici. Nel mirino, secondo Kiev, impianti energetici ed infrastrutture civili; Mosca ha segnalato piuttosto il danneggiamento di una base aerea nella oblast di Leopoli, dove sarebbe previsto l'arrivo di F-16. Non un dettaglio quanto reso noto in queste ore da Varsavia: durante i raid, infatti, caccia polacchi e di Paesi alleati sarebbero decollati in missione di pattugliamento, per garantire la sicurezza dello spazio aereo del Paese NATO. In simili condizioni un incidente dalle conseguenze catastrofiche potrebbe davvero essere dietro l'angolo. Zelensky – giunto oggi a Singapore, per un forum internazionale in materia di Difesa – ha dichiarato come l'obiettivo del Cremlino sia “normalizzare il terrore”; da qui nuove richieste di forniture belliche ai membri dell'Alleanza Atlantica. E ciò in vista dell'incontro con il Capo del Pentagono Austin, con il quale discuterà l'utilizzo di armi statunitensi contro obiettivi in territorio russo. L'ultima linea rossa superata da vari Paesi del blocco occidentale; probabilmente anche alla luce della critica situazione sul campo delle forze ucraine, a corto soprattutto di uomini da inviare in prima linea. Dobbiamo stare fuori da questo conflitto, ha ribadito dal canto suo il leader ungherese Orban: da subito favorevole ad un appeasement con Mosca. Differente – come è noto - la postura della leadership italiana; ma anche in questo caso crescono le inquietudini. I rischi “di una terza guerra mondiale aumentano se non si fa attenzione”, ha avvertito il Ministro Tajani. Spiragli di speranza invece in Medio Oriente. Hamas ha infatti comunicato di considerare “positivamente” la roadmap israeliana – annunciata da Biden - per porre fine al conflitto a Gaza. Possibile oggi al Cairo un incontro fra rappresentanti di Egitto, USA e Stato Ebraico, per concordare la riapertura del valico di Rafah. Da registrare però la presa di posizione di Netanyahu. Le condizioni per porre fine alla guerra non sono cambiate – ha avvertito -: distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas, liberazione di tutti gli ostaggi e garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele.

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