ELEZIONI USA

Trump va oltre i 300 grandi elettori. Harris parla per la prima volta dopo la sconfitta

The day after per il nuovo presidente degli Stati Uniti. Fuori dalla Trump Tower i selfie celebrativi di fan e passanti. Lui, the Donald, può vantarsi di una vittoria sempre più schiacciante: non è ancora finito il conteggio delle schede elettorali, ma il tycoon è già oltre i 300 grandi elettori e il 51% del voto popolare. E' il 47esimo presidente, il secondo nella storia a essere eletto per due mandati non consecutivi.

Promette “una nuova età dell'oro”, senza guerre, e punta sul suo amico geniale, Elon Musk: avrà un ruolo chiave nel nuovo governo. Anche la premier Meloni sente l'imprenditore, “in uno spirito di collaborazione – dice – volto ad affrontare le sfide future”. Il presidente uscente Biden, che oggi parlerà al Paese, si congratula con Trump e lo invita alla Casa Bianca.

Mentre il procuratore speciale Jack Smith, che lo aveva incriminato per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio e per le carte segrete a Mar-a-Lago, è in trattative con i vertici del Dipartimento Giustizia per porre fine ai procedimenti penali. Insomma, sembra un'età dell'oro anche per il Tycoon e i suoi sostenitori continuano a celebrarlo. La Cina teme Trump e avverte che “una guerra commerciale non avrebbe nessun vincitore”. Kamala Harris, candidata democratica, nel suo primo discorso post voto accetta la sconfitta, ringrazia i propri sostenitori e li invita a continuare a impegnarsi per “gli ideali che riflettono al meglio l'America”.

"Ho parlato con il presidente eletto Trump - aggiunge - e mi sono congratulata con lui per la sua vittoria. Gli ho anche detto che aiuteremo lui e il suo team nella loro transizione e che ci impegneremo in un pacifico trasferimento di potere. Un principio fondamentale della democrazia americana è che quando perdiamo un'elezione, accettiamo i risultati. Quel principio, come ogni altro, distingue la democrazia dalla monarchia o dalla tirannia, e chiunque cerchi la fiducia del pubblico deve onorarlo. Allo stesso tempo, nella nostra nazione, dobbiamo lealtà non a un presidente o a un partito, ma alla Costituzione degli Stati Uniti. E lealtà alla nostra coscienza e al nostro Dio. La mia fedeltà a tutti e tre è il motivo per cui sono qui per dire che, mentre ammetto questa elezione, non ammetto la lotta che ha alimentato questa campagna elettorale".

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