Tutela del mercato interno, Russia e Argentina bloccano (parzialmente) le esportazioni di cereali
Confagricoltura parla di un "pesante effetto sull'industria mangimistica italiana" e chiede un coordinamento europeo
Diversi Paesi chiudono all'export delle materie prime alimentari, a tutela del mercato interno. Il governo russo avrebbe infatti deciso di limitare le vendite all'estero di alcuni cereali per contrastare l'aumento dei prezzi e garantire gli approvvigionamenti. Al momento – secondo la Tass – le misure resteranno in vigore fino al 30 giugno. Misura analoga anche per zucchero grezzo e raffinato. La vice primo ministro del governo russo Viktoria Abramchenko, riporta ancora la Tass, avrebbe però parlato di una “misura temporanea” con l'obiettivo di coprire le esigenze dei consumatori domestici e delle aziende in trasformazione. Per ora, dunque, sarà mantenuto un sistema di quote per le vendite all'estero.
Anche il governo argentino ha annunciato, con effetto immediato, il blocco delle esportazioni di farina e olio di soia. È possibile che queste misure colpiscano i compratori attraverso l'aumento dei prezzi. Una decisione che “ha un pesante effetto sull'industria mangimistica italiana e, di conseguenza, sul settore degli allevamenti, che già attraversa una fase estremamente critica", ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. "Serve un coordinamento a livello europeo per gestire la situazione – sollecita - , allo scopo di garantire i cicli di produzione e contenere un'ulteriore crescita del prezzo dei mangimi, che risulterebbe insostenibile".
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