Di scarsa importanza, in fondo, un'analisi dell'affluenza nelle repubbliche separatiste del Donbass e nelle aree occupate di Kherson e Zaporizhzhia. Scontato – infatti - l'esito del referendum, trattandosi di una mossa del Cremlino per riprendere in mano l'iniziativa da un punto di vista politico e di deterrenza, dopo i rovesci subiti in ambito militare. Votazioni “farsa”, per il blocco occidentale; e anche per la stessa Turchia, che pur mantiene un canale di comunicazione privilegiato con Mosca, in virtù di una politica estera mai così assertiva.
Da decifrare, intanto, l'orientamento dell'opinione pubblica russa; perché a fronte delle diffuse proteste contro la mobilitazione, ieri, nella capitale, si è tenuta una grossa manifestazione a supporto dei referendum. Tutto ciò mentre troupe televisive europee raccolgono feedback, tra la popolazione dei territori ucraini sotto occupazione. Come l'emittente di Stato francese, che ha seguito il voto porta a porta attualmente in corso, raccogliendo voci di persone favorevoli all'annessione.
Ma con l'inizio del referendum non è mancato chi ha scelto di abbandonare le aree occupate; come riportato dalla TV olandese. Nel frattempo arriva il monito di Biden: nuove sanzioni alla Russia – da parte degli Stati Uniti e degli alleati – in caso di annessioni di territori ucraini, nel quadro del referendum. Da registrare anche le ultime dichiarazioni dell'Alto Rappresentante UE per la Politica Estera. “E' certamente un momento pericoloso – ha ricordato Borrell - perché l'esercito russo è stato messo all'angolo e la reazione di Putin, che minaccia di usare armi nucleari, è molto grave”.