Ucraina: continua la pressione russa nella regione di Kharkiv. Monito di Lavrov ai Paesi NATO

Se l'Occidente vuole combattere per l'Ucraina sui campi di battaglia Mosca è pronta, ha dichiarato il Ministro agli Esteri russo

E' chiaro ormai come non si possa più parlare di ricognizione in forze, per descrivere quanto sta accadendo nelle aree di confine della oblast di Kharkiv. Il dubbio, semmai, è se il reale obiettivo delle truppe russe sia cingere d'assedio la seconda città ucraina; oppure – ipotesi più probabile – creare una “zona cuscinetto”, per limitare i bombardamenti delle forze di Kiev su Belgorod. Particolarmente pesanti quelli di ieri, che avrebbero provocato la morte di 19 civili; 15 dei quali recuperati fra le macerie di un grosso palazzo collassato a seguito dell'attacco. Da qui l'indignazione del Cremlino, che ha puntato il dito anche contro la NATO; sostenendo come fossero stati utilizzati ordigni forniti dall'Alleanza Atlantica. Tra i vertici russi pare non vi sia più alcuna remora nel dichiararsi pronti ad un confronto diretto con i Paesi occidentali sul campo di battaglia. Questo il senso delle dichiarazioni odierne di Lavrov: una risposta alle fughe in avanti di Macron. Una provocazione, nella percezione di Mosca, anche la conferenza prevista a giugno in Svizzera; e nella quale – pur dovendosi teoricamente parlare di pace – non è stato invitato il Paese aggressore. Intendono comportarsi come “un consiglio di insegnanti” che individuano un cattivo scolaro, ha tuonato il capo della diplomazia russa. Confermato – peraltro - nel nuovo Governo che accompagnerà Putin nel suo quinto mandato. Inaspettato invece l'avvicendamento di Shoigu al Ministero della Difesa; che sarà presieduto da Andrei Belousov: un economista; teoricamente digiuno di cose militari. Ignoto, poi, il futuro di un pezzo grosso come Nikolai Patrushev: rimosso dalla guida del Consiglio di Sicurezza nazionale. Insondabile la strategia del Cremlino; specie alla luce del momento favorevole in ambito militare, al netto dei continui raid in profondità delle forze ucraine su terminal petroliferi e strutture energetiche. Gli ultimi – a quanto pare - nelle regioni di Belgorod e Lipetsk. Ma per Kiev, in questa fase, la priorità resta la stabilizzazione del fronte di Kharkiv. Tentando al contempo di resistere, nel Donbass, nei settori caldi di Chasiv Yar ed Avdiivka; dove i successi tattici dei russi potrebbero evolvere in un vantaggio operativo. Sullo sfondo il possibile impatto delle forniture belliche provenienti da oltreoceano; al momento comunque la coperta parrebbe corta, vista anche la disparità numerica di truppe lungo la linea di contatto.

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