ESTERI

Ucraina: critica la situazione per i difensori di Soledar. A rischio la linea che corre da Bakhmut a Siversk

Dal Papa oggi un nuovo appello all'immediata cessazione delle ostilità. Francesco ha anche espresso preoccupazione per quanto avvenuto in Brasile; dove per ore è aleggiato l'incubo del golpe

Ucraina: critica la situazione per i difensori di Soledar. A rischio la linea che corre da Bakhmut a Siversk.

La calma pare tornata; ma sulla genesi di questi disordini restano tanti dubbi. Una certezza invece le profonde faglie che attraversano la società brasiliana. L'assalto ai palazzi del potere è la cartina di tornasole di queste lacerazioni. Decine i feriti. Inevitabile l'accostamento ai fatti di Capitol Hill. Anche questa volta, ad innescare i tumulti, il mancato riconoscimento di un verdetto elettorale. Pare fosse annunciato l'arrivo di migliaia di “bolsonaristi” a Brasilia, ma poco o nulla sarebbe stato fatto per impedire il precipitare degli eventi. Riassunta in uno striscione, la piattaforma schiettamente golpista della rivolta: intervento militare. Intollerabile, infatti, per chi ha vandalizzato le sedi istituzionali, il nuovo mandato di Lula; che si trovava nello Stato di San Paolo. In conferenza stampa ha parlato di attacco fascista”. Poi la firma al decreto che ha permesso l'intervento delle forze federali. Circa 1.200 gli arresti nell'accampamento montato di fronte al quartier generale dell'Esercito nella Capitale. Elemento che di per se crea inquietudine. L'ordine è stato infine ristabilito; già avviata un'indagine sui responsabili dell'attacco, stigmatizzato in tutto il Mondo. Dal suo “buen retiro” in Florida anche lo stesso Bolsonaro ha condannato le violenze. Fra i Dem statunitensi si parla di una sua estradizione; oltre ai parallelismi di prammatica con la figura di Trump. Prevedibile avesse un peso politico non indifferente, questa vicenda; in un altro Paese ormai estremamente polarizzato come gli Stati Uniti.

Preoccupazione è stata espressa dal Papa. Parlando al corpo diplomatico si è poi soffermato sull'Ucraina, invocando una cessazione immediata del conflitto. Da Francesco anche un richiamo forte ad un “disarmo integrale”. “Nessuna pace – ha sottolineato - è possibile, laddove dilagano strumenti di morte”. Tutto ciò mentre fra i Paesi NATO si ragiona sull'invio a Kiev di carri armati; non solo veicoli corazzati per fanteria come i Bradley. Forniture che finiranno per prolungare le sofferenze degli ucraini, ammonisce il Cremlino; che ostenta sicurezza, in questa fase. Probabilmente prive di fondamento le dichiarazioni dei separatisti circa un ritiro degli ucraini da Soledar; confermata da più fonti – invece - una profonda penetrazione in questo insediamento chiave del Donbass. Lo stesso Zelensky ha parlato di condizioni molto difficili per le proprie truppe. Nella vicina Bakhmut – epicentro di sanguinosi combattimenti negli ultimi mesi – le forze di Kiev erano riuscite ad arrestare la spinta russa; trasformando la città in un simbolo di resistenza. Ma l'eventuale caduta di Soledar, e dei villaggi circostanti, porterebbe ad un accerchiamento su 3 lati di questo nodo strategico, rendendo forse insostenibile la sua difesa.

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