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Ucraina: destituito mezzo Governo, incluso il Ministro Kuleba. I russi accelerano nel Donbass

Situazione delicata a Kiev, dove è in corso un maxi rimpasto dell'Esecutivo. In Francia, intanto, Macron nomina Premier Michel Barnier, dopo l'impasse post-elettorale

5 set 2024

Ormai una costante, fra i belligeranti, il rimpallo di responsabilità riguardo l'indisponibilità a sedersi a un tavolo. Al netto delle schermaglie comunicative sarà comunque il campo di battaglia, a dettare tempi e modi di eventuali negoziati. A quanto pare non all'orizzonte; vista l'accelerazione russa nel Donbass. Intervenendo al forum economico di Vladivostok, Putin ha paventato la possibilità di un “collasso” delle linee nemiche; e ciò come conseguenza della decisione di Kiev di impegnare le risorse migliori nel Kursk. E' parso molto sicuro di sé, oggi, il leader del Cremlino; reduce dalla tappa in Mongolia dove era stato accolto con tutti gli onori. A dimostrazione di come all'esterno della bolla occidentale, il mandato d'arresto della Corte penale internazionale possa venire considerato nient'altro che un pezzo di carta. Putin si è poi fatto beffe delle accuse di interferenze nelle presidenziali americane; dichiarando di appoggiare Harris; definendo contagiosa la sua risata.

Tutt'altro clima a Kiev; con la decisione di Zelensky di azzerare mezzo governo. “Silurato” anche un pezzo grosso come Kuleba; stando a Politico era entrato in rotta di collisione con Andriy Yermak: uomo di massima fiducia del Presidente. Fase molto delicata, per quest'ultimo; a pesare, sul morale del fronte interno, anche gli ultimi – devastanti – strike russi in profondità. A Leopoli, e soprattutto a Poltava; dove secondo il Ministero della Difesa di Mosca era stato colpito un “centro di addestramento” dove operavano anche “istruttori stranieri”. Personale svedese, riferiscono – senza prove -, canali telegram filo-russi.

E non sono mancate speculazioni sulle dimissioni – all'indomani – del Ministro degli Esteri di Stoccolma Tobias Billstrom. Forse non marginali, gli effetti del conflitto, anche sul quadro politico francese; dopo le controverse fughe in avanti di Macron. Che oggi, dopo oltre 50 giorni di impasse post-voto, ha nominato Primo Ministro Michel Barnier: ex commissario UE, esponente de I Repubblicani. Furibonda la reazione di Melenchon, che ha invitato il popolo della sinistra a mobilitarsi. Possibilista, invece, la destra lepenista; che punterebbe all'instaurazione del sistema proporzionale, in previsione di una nuova dissoluzione del Parlamento. Continue turbolenze politiche, insomma, in Europa; che parrebbero sommarsi – con l'escalation del conflitto mediorientale – con episodi di matrice terroristica. A Monaco di Baviera un uomo, noto alle autorità come estremista islamico, è stato ucciso durante un conflitto a fuoco con la polizia, dopo aver sparato nei pressi del Consolato israeliano.





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