Ucraina: “disimpegno” di Elon Musk da Kiev. Segnalati blackout del servizio Starlink

Rumors sempre più insistenti, intanto, di una imminente controffensiva ucraina nella oblast di Zaporizhzhia

Giornate caratterizzate da un certo fermento diplomatico, e da una serie di segnali – spesso contrastanti – riguardanti possibili svolte negoziali. Ma a breve le attenzioni potrebbero tornare a focalizzarsi sui campi di battaglia; perché sarebbe imminente una grossa controffensiva nella oblast di Zaporizhzhia. Solo indiscrezioni al momento; rilanciate da vari analisti militari – anche filo-russi -, sulla base di presunti ammassamenti di mezzi e truppe ucraine.

Se fosse confermato si tratterebbe di un momento chiave del conflitto. Si ritiene infatti che l'obiettivo sia tagliare il corridoio terrestre russo verso la Crimea, raggiungendo la costa del Mar d'Azov. Una serie di elementi sembrerebbero avvalorare questa ipotesi: a partire dall'apparente esaurimento della poderosa spinta offensiva ucraina ad est e in direzione di Kherson, che lascia pensare ad una riorganizzazione.

Poi il noto attacco al ponte di Kerch – che ha anche una valenza strategica -, avendo rallentato la catena logistica di Mosca nel settore sud. E soprattutto la necessità di Kiev di cogliere un successo decisivo prima dell'arrivo della stagione fredda, e del dispiegamento dell'imponente massa di riservisti mobilitata dal Cremlino.

C'è anche chi non esclude un'operazione anfibia su Energodar, per riconquistare la centrale nucleare; e ciò anche per ovviare alle possibili ricadute dei recenti strike sulle infrastrutture energetiche del Paese. Ma si resta nel campo delle ipotesi. Una certezza, invece, il disimpegno da Kiev di Elon Musk.

I terminali satellitari Starlink, donati dal magnate, si erano fino ad ora rivelati determinanti nella “guerra di terza generazione”, condotta dagli ucraini. Di recente tuttavia rumors di blackout del servizio. E aveva fatto scalpore, nei giorni scorsi, la proposta di pace rilanciata dal miliardario; e il modo brusco con cui era stata respinta.

Si è infine saputo in queste ore di una lettera, inviata al Pentagono a settembre, nella quale ha avvisato che potrebbe mettere fine al servizio, se la Difesa statunitense non si farà carico dei costi della rete di comunicazione. Nello stile di Musk, in queste ore, un commento ad un post su Twitter; nel quale si ricordava come un ambasciatore ucraino gli avesse detto – ma in termini più coloriti – di andare a quel Paese. “Stiamo già seguendo questo consiglio”, ha scritto; aggiungendo alla risposta una emoticon.

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