Ucraina: domani la missione Aiea alla centrale nucleare di Energodar. Clima di forti tensioni

Nel frattempo, nel sud del Paese, prosegue l'offensiva delle forze di Kiev. Non ancora chiara la portata dell'operazione militare

Ucraina: domani la missione Aiea alla centrale nucleare di Energodar. Clima di forti tensioni.

Da Mosca parlano di operazione fallita, di perdite sanguinose in campo ucraino: 1.700 soldati, decine di carri armati. Numeri forse gonfiati; ma è chiaro che attaccare linee pesantemente fortificate ha costi altissimi, per le forze di Kiev. Le cui autorità hanno scelto questa volta il silenzio. Difficile allora comprendere cosa stia accadendo lungo il fronte di Mykolaiv e Kherson. Non si tratterà forse della tanto annunciata controffensiva di ampio respiro, ma certo non è una fiammata estemporanea; visto lo sforzo prolungato e i diversi settori interessati all'azione. Che secondo alcuni analisti avrebbe tuttavia perso slancio, fiaccata dall'artiglieria e dall'aviazione russa. Ma la situazione è fluida, e potrebbero incidere - sulla macchina bellica del Cremlino – i continui strike nelle retrovie. Colpiti soprattutto i ponti sul Dnepr. Per Mosca insomma sarebbe la logistica, attualmente, il problema principale. Guerra di propaganda invece sul dossier della centrale nucleare di Enegodar, domani l'arrivo del team dell'Aiea; già a Zaporizhzhia. L'iniziativa forse più importante di sempre per l'agenzia, e dai rischi elevati; con i belligeranti che si accusano a vicenda di bombardare l'area per sabotare la visita.

Il Direttore Generale Rafael Grossi prevede l'istituzione di una missione permanente; mentre i vertici filo-russi della regione parlano di un solo giorno, per l'ispezione. Da Mosca in precedenza l'auspicio di conclusioni senza pregiudizi da parte dell'Aiea. Una malcelata sfiducia, insomma; a conferma del clima di totale contrapposizione tra Russia e blocco occidentale. Che si riflette sulla crisi energetica, dovuta – secondo l'AD di Gazprom – alle “decisioni normative europee” e alla “politica delle sanzioni”; mentre dall'altra parte si denuncia un “ricatto” energetico del Cremlino. Fino al 3 settembre nuovo stop alle forniture di gas, per lavori di manutenzione al Nord Stream. A contenere l'impennata dei costi, oggi, l'ipotesi che l'UE possa trovare un'intesa su decoupling e tetto dei prezzi, dopo le aperture di Berlino.

Ancora controcorrente – però - l'Ungheria, che ha appena firmato un contratto a lungo termine con Gazprom, per incrementare le forniture. Trovata invece una sintesi, tra i ministri degli Esteri dell'Unione, sulla controversa questione dei visti turistici per i russi. Si è infine optato per una sospensione dell'accordo di facilitazione del 2007, e ciò renderà – per i richiedenti - più complesse ed onerose le procedure di ottenimento. Attese ora le linee guida della Commissione.

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