Ucraina: duri combattimenti nel Kharkiv; Zelensky parla di situazione “difficile” ma “sotto controllo”

Pechino e Mosca, intanto, rafforzano la cooperazione anche in ambito militare. Oggi l'incontro Putin-Xi

278 chilometri quadrati: è la porzione di territorio che i russi avrebbero strappato all'Ucraina nell'ultima settimana. In termini assoluti nulla di sbalorditivo. Se non fosse che in una guerra di logoramento i progressi spesso si misurano in metri. Attenzione allora a ciò che sta accadendo nel Kharkiv; dove non è ancora chiaro quale sia l'obiettivo delle forze di Mosca. Gli ucraini sostengono di aver stoppato l'avanzata in “alcune aree”. Annunci che fanno morale, ma dal significato forse relativo; perché la tattica russa è quella di premere su tutta la linea, alla ricerca di punti deboli dove fare breccia.

E ciò sfruttando non solo lo strapotere dell'artiglieria – che potrebbe ridimensionarsi con l'arrivo degli aiuti a Kiev -, ma soprattutto facendo leva sul gap numerico di truppe ucraine al fronte. Dato ormai strutturale. Zelensky ha parlato di situazione “difficile” ma “sotto controllo”. Forse una versione edulcorata della realtà; specie se si considerano le ultime mosse di Londra e Washington: il sostanziale via libera all'utilizzo dei propri missili a lungo raggio, per attacchi in profondità sul territorio russo.

A stretto giro la veemente reazione di Mosca. Linea rossa che pareva infatti invalicabile; ma superata, forse, nella consapevolezza della criticità delle condizioni nelle quali si troverebbe l'esercito del Paese aggredito. Che accusa i russi di aver giustiziato civili a Vovchansk: attuale epicentro degli scontri. Al momento nessuna conferma indipendente. In questo clima lascia il tempo che trova quanto annunciato da Xi Jinping; ovvero di aver concordato con Putin sulla necessità di “trovare una soluzione politica” al conflitto. Piuttosto l'elemento più significativo della visita del Presidente russo nella Repubblica Popolare – dove è stato accolto con tutti gli onori – è la sbandierata conferma dell'alleanza tattica fra le due Potenze revisioniste.

Nero su bianco il rafforzamento della cooperazione in ambito militare. Interessante anche la cautela, del Cremlino, nel parlare dell'eventuale partecipazione di Pechino alla conferenza che si terrà in Svizzera il prossimo giugno; e che Mosca – non invitata – vede come il fumo negli occhi. Potrebbe “solo nobilitare” l'evento – ha detto Peskov -, “ma non lo renderebbe più efficace”. Lavrov ha invece posto l'accento su quella che a suo avviso è la “parte fondamentale” dell'iniziativa di pace cinese; “che è quella – ha rimarcato – di affrontare le cause profonde” del conflitto.

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