Ucraina: euforia, in tutto il Paese, per il ritiro russo da Kherson. Kiev guarda avanti, “la guerra continua”
Spiragli di dialogo dopo l'abbandono, da parte di Mosca, della testa di ponte al di là del Dnipro. Ma i decisori ucraini non accettano compromessi. Zelensky promette la liberazione anche del Donbass e della Crimea
Celebrazioni in tutta l'Ucraina, per Kherson. A Kiev canti patriottici, nella piazza dove 9 anni fa iniziò il turbolento cammino di emancipazione dalla Russia. Festeggiamenti nell'oscurità, a causa dei ripetuti blackout di questo periodo. Se l'obiettivo dei raid contro le infrastrutture energetiche era fiaccare il morale degli ucraini, a Mosca non si è tenuto conto di un antidoto prodigioso: l'ebbrezza della vittoria. Ora è piuttosto il Cremlino a doversi preoccupare della tenuta del fronte interno. Perché il disimpegno dalla sponda occidentale del Dnipro – mossa lucida, da un punto di vista militare – è inevitabilmente vissuto da molti russi come un'umiliazione.
Dai vari milblogger parole durissime sui social. E poi l'attacco a Putin di Alexander Dugin, in un post sul suo canale Telegram successivamente rimosso. Decisamente sovrastimata, in Occidente, l'influenza sul Cremlino del filosofo eurasiatista, che ad agosto perse la figlia in un attentato; ma le sue posizioni riflettono comunque un sentire comune nell'ambito del cosiddetto “partito della guerra”. Pare intanto sempre più vittima del suo personaggio l'ex Presidente Medvedev. La Russia – ha ammonito - “non ha ancora utilizzato tutto il suo arsenale di possibili armi di distruzione”. Sparate che mal si conciliano, con le ripetute aperture al dialogo provenienti in questi giorni da Mosca. Dietro il ritiro da Kherson - operazione evidentemente preparata da tempo – non è escluso vi fossero stati dei colloqui. C'è chi ipotizza interlocuzioni informali con gli ucraini, viste le modalità del disimpegno; più probabile un confronto sull'asse Mosca-Washington.
E ciò anche alla luce di una serie di segnali provenienti da oltreoceano; clamoroso quello del Capo di Stato Maggiore Milley, ad avviso del quale è sostanzialmente giunto il momento di trattare. Ma stando al New York Times l'amministrazione Biden sarebbe divisa; e si vuole comunque evitare sia percepita un'influenza diretta su Kiev. Da qui il consueto refrain, sul fatto che ogni decisione spetti agli ucraini. Sul punto Kuleba anche oggi è stato chiaro. La “guerra continua”, ha dichiarato, a margine del vertice ASEAN in Cambogia. Prologo del G20 di Bali della prossima settimana; tema chiave il conflitto ucraino, e gli sconquassi geopolitici che sta provocando.
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