Ucraina: fase chiave del conflitto, mentre proseguono i raid russi contro le infrastrutture energetiche

Colpite oggi Kiev, Dnipro e Zhytomyr. Utilizzati ancora droni kamikaze iraniani; le Autorità ucraine chiedono a Israele sistemi di difesa aerea

Dopo i ripetuti rovesci subiti negli ultimi due mesi, la sua nomina - alla guida delle forze russe in Ucraina – era stata sollecitata dall'ala più oltranzista: personaggi come Kadyrov, Prigozin. Poi l'attacco al ponte di Kerch: umiliazione intollerabile, per il Cremlino. Da quel momento è risultata evidente, l'impronta del Generale Surovikin, nella conduzione delle operazioni. Guerra senza compromessi, anche su obiettivi sensibili civili. Per “spegnere”, letteralmente, l'Ucraina, e fiaccare il morale della popolazione in vista dell'inverno. Il copione si è ripetuto anche oggi, con attacchi contro infrastrutture energetiche di Dnipro, Zhytomyr, Kiev.

Nella Capitale, da giorni ripiombata nell'incubo, è stata colpita più volte una centrale elettrica. La Presidenza ucraina parla ormai apertamente di situazione critica. Anche perché le difese anti-aeree non sembrano al momento in grado di contrastare la minaccia rappresentata dai droni kamikaze iraniani: utilizzati in gran numero – visti i bassi costi di produzione – su singoli obiettivi. Kuleba si è rivolto allora ad Israele chiedendo si schieri apertamente con l'Ucraina. E' ciò che aveva sollecitato nei giorni scorsi il Ministro Nachman Shai; “posizione personale”, è stato tuttavia precisato da fonti del dicastero degli Esteri dello Stato Ebraico. Intanto si delinea il principale obiettivo strategico, di questa ondata di strike: portare il caos nella catena logistica militare di Kiev.

Che mantiene ancora l'iniziativa, su vari fronti, ma senza il dinamismo – pare - che aveva contraddistinto la fase precedente. A vuoto tentativi di sfondamento a sud e ad est. E inerzia del conflitto che potrebbe nuovamente cambiare. Anche alla luce dei piccoli contrattacchi russi nel nord del Donbass; mentre in prima linea continuano ad affluire migliaia di riservisti mobilitati. E poi la questione energetica, che potrebbe minare la compattezza del fronte europeo. In corso accertamenti della polizia svedese e danese su quanto avvenuto ai gasdotti Nord Stream. Potenti esplosioni, è stato confermato, all'origine dei danneggiamenti. Ma il Cremlino definisce “deplorevole” la scelta di escludere la Russia dalle indagini. E aveva fatto discutere, nei giorni scorsi, il rifiuto di Stoccolma riguardo l'istituzione di una squadra investigativa internazionale; come invece ipotizzato soprattutto dalla Germania.

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