Ucraina: fase cruciale del conflitto. Attesa per il vertice NATO di Vilnius

L'ex Presidente russo Medvedev definisce intanto “abbastanza probabile” una “apocalisse nucleare”

Desta inquietudine come la centrale nucleare di Zaporizhzhia sia ormai il fulcro dell'attività comunicativa e propagandistica dei belligeranti. Che si accusano a vicenda di pianificare operazioni sotto falsa bandiera, di pensare a catastrofiche provocazioni. E come se si stesse preparando l'opinione pubblica; in una sorta di profezia destinata ad autoavverarsi. Anche perché vi è il rischio che l'infrastruttura divenga nei prossimi giorni prima linea di uno scontro in forze. L'abbassamento delle acque del Dnepr a nord di Nova Kakhovka, diretta conseguenza del crollo della diga, parrebbe infatti offrire alle forze ucraine una direttrice d'attacco – non così proibitiva, come in passato - verso la città di Energodar, che ospita la centrale.

Ogni scenario appare possibile in vista del vertice NATO di Vilnius; con i decisori di Kiev determinati a mostrare ai partner dell'Alleanza di poter infliggere una sconfitta strategica a Mosca, dando una scossa ad una controffensiva che al momento – stando a varie fonti - segna il passo. Spia di queste difficoltà l'annuncio, da parte del Ministero della Difesa, della liberazione di appena 37 chilometri quadrati nell'ultima settimana. E a caro prezzo, forse; trattandosi di attacchi sostanzialmente frontali in settori preparati da tempo dai russi, con campi minati e fortificazioni su più linee. Mosca dal canto suo ha tutto l'interesse a gonfiare le perdite del nemico; e non solo per galvanizzare il proprio fronte interno. Il Ministro Shoigu - che conserva al momento il posto, dopo il tentato putsch di Prigozhin – ha parlato della distruzione di tutti e 16 i Leopard forniti dalla Polonia e dal Portogallo. Da interpretare come un messaggio all'Occidente anche l'ultima uscita di Medvedev, che ha definito non solo possibile, ma “abbastanza probabile” un'apocalisse nucleare. Non una novità, nella narrazione russa, la drammatizzazione del rischio. Dall'ex Presidente – ormai a proprio agio nei panni del super-falco – anche una stilettata agli Stati Uniti; ha dichiarato infatti come non vi siano tabù sulle armi nucleari, essendo già state utilizzate.

Zelensky dal canto suo ribadisce la linea “zero compromessi”: la guerra non finirà – ha fatto sapere - fino a che la Crimea sarà occupata. In queste ore infine la notizia, diffusa dai servizi di Mosca – e priva di conferme indipendenti -, dell'arresto di un uomo sospettato di voler uccidere il capo filorusso della Penisola annessa.

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