Ucraina: fase di stallo; ancora nessuna traccia dell'annunciata controffensiva di Kiev nel sud
Grave la situazione nell'oblast di Zaporizhzhia, dove si teme un disastro radioattivo
E' ormai a tutti gli effetti zona di guerra il sito della centrale nucleare di Energodar, con tutti gli enormi rischi del caso. Caduto ormai ogni tabù. Cronaca quotidiana, infatti, gli attacchi nella zona dell'impianto; con i due eserciti appostati sulle opposte sponde del fiume Dnepr. Mosca punta il dito contro le autorità di Kiev; che continuano dal canto loro a sostenere come le forze russe, sostanzialmente, stiano bombardando un'area già in loro possesso dalle prime fasi del conflitto. Rimpalli di accuse anche nella giornata di ieri, quando i due reattori funzionanti della centrale erano stati disconnessi dalla rete elettrica. In corso in queste ore, a quanto pare, le necessarie opere di ripristino.
Al momento non si segnalano problemi al sistema di sicurezza, sottolinea l'azienda di stato ucraina; ma pare ormai indifferibile un'ispezione in loco dell'AIEA. Difficile tuttavia garantire un arrivo sicuro degli esperti, vista l'intensità – in varie zone - di strike missilistici e combattimenti. Nonostante ciò il fronte è praticamente fermo da giorni; anche a causa delle pesanti perdite subite in questi mesi da entrambi i belligeranti. Nessuna traccia, ancora, della controffensiva ucraina nell'oblast di Kherson, più volte annunciata per il mese di agosto; registrati piuttosto piccoli avanzamenti russi verso Mykolaiv. Possibile spia di un certo nervosismo, a Kiev, la reazione alle parole pronunciate il 24 giugno dal Papa; che stigmatizzando la “pazzia” della guerra, si era anche soffermato sulla drammatica vicenda dell'attentato a Darya Dugina. Dopo la convocazione del Nunzio apostolico, da parte del ministero degli esteri, in queste ore i rappresentanti ucraini hanno corretto il tiro; sottolineando “quanto siano importanti” le relazioni con la Santa Sede.
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