Ucraina: forze russe continuano a spingere su Bakhmut. Raid missilistico ucraino su Melitopol
Combattimenti feroci nel Donbass. Il Segretario Generale della NATO evoca il rischio di un confronto diretto tra Russia ed Alleanza Atlantica; “stiamo lavorando ogni giorno per evitarlo”
L'impressione è che l'attenzione dei media, riguardo alla situazione bellica in Ucraina, vada progressivamente scemando; complice anche una diffusa “stanchezza emotiva”, in Occidente, per un conflitto di cui non si vede la fine. Nelle scorse ore una conversazione telefonica tra Putin ed Erdogan, che ha espresso la speranza che la crisi venga risolta al più presto. Nulla di concreto, all'apparenza. Sarà il campo di battaglia a decidere; e la tenuta interna dei belligeranti.
Alla campagna russa di demolizione delle infrastrutture energetiche, Kiev risponde con azioni di sabotaggio e strike missilistici in profondità. Come quello su Melitopol, nell'area occupata della oblast di Zaporizhzhia. Secondo fonti ucraine ad essere colpita sarebbe stata una caserma dei contractor della Wagner; si è parlato di “oltre 200 invasori” eliminati. Le autorità filo-russe hanno invece denunciato la distruzione di un campeggio, che avrebbe provocato la morte di due civili. Guerra totale, dagli esiti imprevedibili. Paradigmatico quanto dichiarato dal Segretario della NATO nei giorni scorsi. Una sorta di cambio di narrazione. “Se le cose vanno male – aveva detto Stoltenberg -, possono andare terribilmente male”. Evidenziato anche il rischio di una “grande guerra a pieno titolo tra l'Alleanza Atlantica e la Russia”. Da qui un impegno a favorire una soluzione negoziale, che garantisca all'Ucraina di rimanere uno Stato indipendente. Ma nessuna menzione, a questioni territoriali.
E ciò, forse, alla luce di quanto sta accadendo nel Donbass, dove nel settore di Bakhmut – nodo strategico del sistema difensivo ucraino – l'iniziativa è in mano alle forze russe. Truppe di Kiev sottoposte al costante martellamento delle artiglierie, ed attaccate da più direzioni. Pioggia, neve e temperature sotto zero fanno il resto, per chi si trova in trincea. In un recente messaggio alla Nazione Zelensky aveva parlato di situazione molto difficile; come se stesse preparando l'opinione pubblica a notizie dolorose da questo fronte. Più a nord, peraltro, nell'area di Svatove e Kreminna, sono gli ucraini all'attacco. Equilibri in bilico, insomma. Dopo il ritiro russo dalla testa di ponte di Kherson, c'era chi aveva previsto una fase di stasi, nel conflitto, con l'arrivo dell'inverno. Probabile, invece, un ulteriore inasprimento dei combattimenti.
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