Ucraina: il Cremlino esclude in questa fase negoziati con Kiev
“Non ci sono i presupposti”, è stato detto. Cresce intanto la pressione russa nel Donbass. Nelle scorse ore attacchi da remoto da una parte e dall'altra
C'era chi aveva ipotizzato come l'obiettivo del via libera di Washington, al maxi-pacchetto di aiuti al Paese aggredito, fosse costringere Mosca al tavolo delle trattative; inducendola a rinunciare all'idea di una vittoria totale sul campo. Lapidario, però, il feedback odierno del Cremlino: “attualmente non ci sono i presupposti per colloqui con Kiev”. Le forze russe paiono piuttosto decise a massimizzare il “momentum” favorevole nel Donbass, con la presa di nuovi villaggi ad ovest di Avdiivka, ed una pressione crescente su un nodo strategico quale Chasiv Yar. Ormai disarticolata la linea fortificata ucraina che aveva retto per anni; l'incognita ora è quale grado di efficacia operativa possano avere le forniture belliche da oltreoceano, se possano consentire una stabilizzazione del fronte in tempi ragionevoli. Complesso, del resto, l'arrivo in prima linea. Le forze di Mosca avevano rivendicato ieri il bombardamento di un convoglio carico di armi ed equipaggiamento. Fase di transizione, comunque; caratterizzata da un intensificarsi di operazioni da remoto da una parte e dall'altra. Pare punti alla logistica, Kiev; i cui media riportano nuovi attacchi a raffinerie russe; questa volta nella regione di Krasnodar, dove sarebbe stato colpito anche un aeroporto militare. Temporaneamente evacuato invece, in mattinata – per un allarme bomba – lo scalo internazionale Vnukovo di Mosca. Dall'altra parte ancora strike missilistici contro la rete energetica ucraina. Segnalati, nella notte, “gravi danni” ad almeno 4 centrali elettriche; anche nell'estremo ovest del Paese.
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