Ucraina: ipotesi scambio di prigionieri, soldati Azov per oligarca filorusso Medvedchuck
Russia blocca l'ingresso a circa mille americani tra cui il presidente Biden
Lo scambio di prigionieri come fattore chiave per aprire il negoziato. Il presidente ucraino Zelensky detta le sue regole per la fine della guerra: potrà avvenire, afferma, solo con mezzi “diplomatici”. Molto dipenderà proprio dall'incolumità dei militari usciti dall'acciaieria Azovstal, ora in mano ai russi. “Li riporteremo a casa”, ha promesso Zelensky. Ma i separatisti filorussi del Donetsk iniziano a parlare di un processo davanti a un tribunale. In giornata, il Capo della commissione Affari Esteri della Duma, camera bassa del Parlamento russo, ha fatto sapere che sarà valutata “la possibilità” di uno scambio con l'oligarca filorusso Viktor Medvedchuck, catturato lo scorso mese in un blitz degli 007 ucraini.
Ad oggi, un accordo tra i due Paesi per il cessate il fuoco è tutt'altro che vicino: il Consigliere del Ministro degli Interni di Kiev avverte che il conflitto continuerà fino a quando gli ucraini non faranno la loro Stalingrado: storica battaglia in cui i sovietici sconfissero i nazisti. Sul campo i raid proseguono. L'offensiva di Mosca si sta focalizzando nel Lugansk e nella zona orientale del Paese. Si prevede un inasprimento del conflitto nell'area di Kharkiv, vicino al confine con la Russia. Per esperti militari americani, i russi si stanno probabilmente preparando per un conflitto prolungato lungo le zone meridionali.
Uno scenario imprevedibile, dunque, al quale si aggiunge la decisione di Mosca di vietare l'ingresso a circa mille statunitensi tra cui il presidente Biden. Misura, questa, in risposta alle sanzioni anti-russe. Nelle scorse ore il Regno Unito ha anticipato l'intenzione di inviare armi alla Moldavia; in corso il confronto con gli alleati. Si teme che il Paese possa essere il prossimo obiettivo del Cremlino. Sempre sul fronte internazionale, Finlandia e Svezia puntano all'ingresso nella Nato e fanno pressing sulla Turchia. Ma dal presidente Erdogan nuovo “no” alla proposta.
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