Ucraina: Londra valuta l'invio a Kiev di munizioni all'uranio impoverito. Duro monito di Mosca
Scontro nucleare “a pochi passi”, ha commentato Shoigu. Oggi l'atto conclusivo della visita di Xi Jinping a Mosca. De facto impraticabile, al momento, la via negoziale
Chiarificatore il “no” preventivo di Washington ad ogni ipotesi di cessate il fuoco. Evidentemente inaccettabile una mediazione di Pechino; che offrirebbe una ribalta formidabile – in Europa – al principale rivale della potenza egemone: già spiazzata dal successo diplomatico cinese in Medio Oriente. Questa volta il messaggio è stato netto. Evaporata ogni titubanza a Kiev; con il consigliere presidenziale Podolyak ad opporsi ad ogni ipotesi di congelamento del conflitto. L'Occidente non consente a Kiev “nemmeno di pensare”, è stato l'amaro commento del Cremlino.
Torna utopia, dunque, l'ipotesi di una soluzione negoziata; anche alla luce della decisione della Corte dell'Aia, che rischia di gettare benzina sul fuoco del revanscismo russo. Ridimensionata, allora - al netto del cerimoniale sfarzoso -, la portata della due giorni moscovita del Presidente della Repubblica Popolare. Se non per rinsaldare i legami commerciali, e la partnership tattica contro quello che viene definito l'unipolarismo americano. Può essere letta in questo senso la volontà di Putin di utilizzare lo yuan cinese nei pagamenti con Paesi asiatici, africani e latino-americani. Firmato infine un accordo per lo sviluppo economico fino al 2030; di pura prammatica, invece, visto il quadro, l'auspicio di risolvere la crisi ucraina attraverso colloqui di pace.
Tutto ciò mentre si discute di una possibile conversazione di Xi Jinping con Zelensky. L'Alto Rappresentante UE ha commentato il vertice di Mosca con un lapidario “nulla di nuovo”. Borrell ha poi parlato apertamente di un cambio di “brand” dell'Unione, nell'ottica di un aumento delle capacità militari. Ieri, al Consiglio Esteri-Difesa di Bruxelles, l'ok politico al suo piano per consegnare entro l'anno un milione di munizioni a Kiev; e ciò contando – in una singolare contraddizione in termini - anche sui rimborsi del Fondo europeo per la Pace. Oltremanica si starebbero addirittura valutando di fornire all'Ucraina – insieme ai carri Challenger - proiettili anticarro all'uranio impoverito. Indiscrezioni che agitano Mosca. Per Londra “finirà male”, ha ammonito Lavrov; mentre Shoigu ha parlato di scontro nucleare “a pochi passi”.
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