Ucraina: nuovi attacchi russi contro le infrastrutture energetiche
Si prospetta una stagione fredda da incubo, per la popolazione ucraina
Nel momento più buio un segnale di speranza; a dimostrazione di come nonostante tutto resista un minimo canale di comunicazione tra Mosca e Kiev. Nelle scorse ore infatti uno scambio alla pari di prigionieri. Uscite dalle carceri ucraine 110 persone; fra soldati, marinai civili e combattenti separatisti. Mosca ha dal canto suo rilasciato solo donne: diverse delle quali catturate al termine dell'assedio di Mariupol. 108, in totale; 2, infatti – stando a quanto riferito da fonti vicine al Cremlino –, avrebbero preferito restare in Russia. Per il resto una guerra di giorno in giorno più aspra. Caratterizzata in quest'ultima fase da ulteriori tentativi di sfondamento ucraini a sud e ad est; andati tuttavia a vuoto. Da non escludere problemi nella catena logistica, vista l'ondata di strike russi su infrastrutture sensibili, seguita alla clamorosa umiliazione dell'attacco al ponte di Kerch. A tutti gli effetti un punto di svolta; evidente l'impronta del generale Surovikin – da quel momento - nella campagna di demolizione delle infrastrutture energetiche ucraine. E letale l'efficacia dei droni kamikaze iraniani, utilizzati a “sciami”, per saturare le difese aeree.
Oggi nuovi attacchi; colpita fra le altre una centrale elettrica a Kiev. La Presidenza ucraina parla ormai apertamente di situazione critica. Prospettiva – quella di un inverno al freddo – che potrebbe incidere pesantemente sul morale del fronte interno. In questo quadro nuovi moniti dal Cremlino; il portavoce di Putin ha ribadito come i territori ucraini annessi siano sotto la protezione delle armi atomiche russe. Tutto ciò mentre è in pieno svolgimento un'esercitazione aerea NATO di deterrenza, nel Nord Europa. Al noto inviato di guerra Nico Piro abbiamo chiesto quanto sia concreto il rischio di un'escalation nucleare.
Nel servizio l'intervista a Nico Piro – giornalista e scrittore
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