Ucraina: il Presidente Poroschenko chiede alla NATO di inviare navi nel Mar d'Azov
Riguardo all'introduzione della legge marziale in alcune Regioni dell'Ucraina, alla fine, secondo quanto riferito dalle Autorità, la vita dei comuni cittadini non è cambiata. La Polizia ha intensificato i turni di servizio, e presso le zone più a rischio del confine ucraino-russo sono già state dispiegate le unità d'assalto delle Forze Armate. Non è stata disposta una mobilitazione generale. E' stato inoltre proibito l'ingresso agli uomini russi, e in generale, se in precedenza arrivavano in Ucraina quotidianamente 5.000 cittadini russi, ora il numero si è ridotto a 1.300. Ma i servizi di intelligence hanno provato che lungo il confine ucraino il numero di truppe della Federazione Russa è salito notevolmente. Il tema della liberazione dei marinai ucraini che erano stati illegalmente catturati dai russi nel corso dell'aggressione nello Stretto di Kerch il 25 novembre, è divenuto uno dei punti chiave nel corso dei colloqui con i rappresentanti della Commissione Europea. Il Presidente Petro Poroshenko sostiene che, vista la situazione, alle imbarcazioni russe dovrebbe essere impedito l'ingresso nei porti europei ed americani. Ha anche chiesto l'invio di navi NATO nel Mar d'Azov, ma i leader dell'Alleanza hanno affermato che l'Ucraina può contare esclusivamente sul loro supporto politico alla propria sovranità, oltre ad un aiuto a migliorare le capacità di combattimento dell'Esercito e della Marina. Al momento il massiccio blocco alle navi ucraine nel Mar d'Azov, da parte della Russia, ha determinato gravi ripercussioni all'economia della Regione. Come è noto i porti di Berdyansk e Mariupol sono essenziali per l'economia di queste città, e una tale riduzione dei traffici ne compromette la situazione economica. Il flusso di commerci è diminuito di quasi 3 volte, dal 2014.
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