Ucraina: truppe russe nella periferia est di Bakhmut. Battaglia chiave per definire gli equilibri nel Donbass
In ambito UE intanto è ancora stallo, sul nono pacchetto di sanzioni contro la Russia
Nuovo scambio di prigionieri oggi; ma nessuna tregua di Natale in Ucraina. L'argomento – ha tagliato corto il Cremlino - “non è all'ordine del giorno”. Dopo i rovesci subiti in autunno, del resto, Mosca vede a portata di mano un successo tattico che potrebbe spostare nuovamente gli equilibri, quantomeno nel Donbass. Iniziata la battaglia urbana di Bakhmut, con le forze russe all'assalto dei quartieri alla periferia est della città: uno dei perni del dispositivo ucraino nell'area. L'attacco era stato preceduto da una lenta manovra a tenaglia, accompagnata dal fuoco dell'artiglieria. Perdite enormi da entrambe la parti; difensori determinati ad evitare quello che in gergo viene definito “accerchiamento operativo”, che comporterebbe la ritirata o l'annichilimento. Per Kiev sembra porsi ora un dilemma. Perché il tentativo di tenere ad ogni costo questa roccaforte – facendo affluire truppe e mezzi in quantità -, potrebbe pregiudicare, almeno per l'inverno, la possibilità di contrattaccare altrove.
Nella oblast di Zaporizhzhia, ad esempio; dove azioni di sabotaggio e strike mirati sembrerebbero preludere ad un'offensiva. Molto dipenderà anche dalla tenuta del fronte interno: duramente provato dagli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche. La Difesa anti-aerea di Kiev avrebbe questa mattina distrutto uno sciame di droni kamikaze, al netto dei danni provocati dalla caduta dei detriti. Per Zelensky una buona notizia, in attesa del ventilato arrivo dei sistemi statunitensi Patriot; già definiti da Mosca “obiettivi legittimi”. Le Autorità ucraine continuano, intanto, a sollecitare l'Unione Europea. Ma sul nono pacchetto di sanzioni contro la Russia – a quanto si apprende – non sarebbe stata ancora trovata un'intesa alla riunione degli ambasciatori Ue. Via libera, invece, dal Parlamento europeo, alle modifiche necessarie per lo sblocco del pacchetto di aiuti da 18 miliardi di euro all'Ucraina, dopo il veto dell'Ungheria alla proposta originale. Clima teso all'Eurocamera dopo la deflagrazione del “Qatargate”, e l'arresto della ormai ex vicepresidente Kaili. Oggi la prima udienza per i fermati; fra i quali l'italiano Antonio Panzeri, già deputato europeo. Una delle ipotesi su cui starebbero lavorando i magistrati belgi è che possano esservi europarlamentari “a libro paga”, per favorire l'emirato.
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