Ucraina: truppe Wagner in vista del centro amministrativo di Bakhmut. Possibile contrattacco ucraino
Il Papa ribadisce intanto la propria volontà di recarsi sia a Kiev che a Mosca. “Vado in entrambi i posti o in nessuno dei due". A Praga manifestazione antigovernativa; invocato lo stop all'invio di armi a Kiev
Vari analisti occidentali giudicano Bakhmut di scarsa rilevanza strategica. Senonché la volontà di Zelensky di tenerla ad ogni costo, ha reso de facto decisiva questa battaglia. La situazione resta critica per i difensori, anche dopo il ripiegamento tattico nella zona ovest. Accerchiamento su 3 lati, corridoio verso le retrovie sotto il tiro dell'artiglieria. Segnalati però ammassamenti di truppe di Kiev nei pressi del fronte. Un contrattacco da nord: è ciò che teme il fondatore della Wagner, protagonista dell'assalto alla città. Prigozhin ha comunque ricordato come i propri contractors siano ormai a poco più di un chilometro dal municipio. Tutto può ancora accadere, in questo scenario di fango e macerie. A Kiev si torna intanto a parlare di scorte di armi russe in esaurimento: tipico refrain, della guerra di comunicazione. Surreale invece – vista la tragedia in corso –, il botta e risposta riguardante il nome della Russia. Zelensky starebbe valutando di cambiarlo in “Moscovia”, stando alla stampa ucraina. Dall'altra parte, per non smentire la propria fama di superfalco, l'ex Presidente russo Medvedev ha proposto di denominare l'Ucraina “sporco Reich di Bandera”. Pura utopia, in un simile quadro, un riavvio del dialogo. Non per il Papa, che ha ribadito la propria volontà di recarsi sia a Kiev che a Mosca. Ma al momento “Pace” resta parola tabù. Già un ricordo il piano proposto dalla Cina; cassato da Biden. Rimasto però spiazzato – pare - dal clamoroso successo diplomatico di Pechino annunciato ieri. Incalcolabili i potenziali sviluppi geopolitici dell'accordo sulla ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran ed Arabia Saudita. Già una rivoluzione il fatto stesso che Riad abbia accettato la mediazione del rivale strategico degli Stati Uniti. E ciò subito dopo aver espresso la volontà di “rafforzare le relazioni in tutti i campi” con la Russia. Non così isolata, dunque; mentre in alcuni Paesi europei sembra crescere la stanchezza emotiva per questo conflitto. A Praga migliaia di persone, in piazza, per chiedere le dimissioni del governo, l'organizzazione di una conferenza di pace, e lo stop all'invio di armi all'Ucraina.
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