Ucraina: visita di Blinken a Kiev; rassicurazioni sul sostegno statunitense
A Gaza intanto si aggrava la situazione. Le forze israeliane avanzano ad est di Rafah; raid aerei su Nuseirat
Il rischio, a Gaza, è che il peggio debba ancora venire. Stando alla CNN Israele avrebbe ammassato un numero sufficiente di truppe per lanciare la paventata offensiva su larga scala a Rafah. Dove in realtà già da giorni è in corso un'avanzata nella zona est. E ciò avrebbe “fatto regredire” il già fragile negoziato per una tregua. E' l'amara constatazione del Primo Ministro del Qatar. Da Doha anche un'altra denuncia: dal 9 maggio – è stato detto - gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere l'exclave. Paradigmatico quanto avvenuto ieri ad un checkpoint ad ovest di Hebron; manifestanti israeliani hanno bloccato un convoglio proveniente dalla Giordania e diretto a Gaza, vandalizzando il carico di pacchi alimentari. In questo clima le dichiarazioni incendiarie del Ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi, che avrebbe auspicato un reinsediamento della Striscia con forze di sicurezza e coloni.
Ai minimi storici le relazioni con la Turchia; il cui capo della diplomazia parla ormai apertamente di “genocidio”. Riportati nella notte raid sul campo profughi di Nuseirat; almeno 36 le vittime, stando a fonti locali. Una “azione mirata” - ha fatto sapere Tsahal - su un centro comando di Hamas occultato in una scuola dell'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi. Prove di equilibrismo, intanto, a Washington. In occasione del giorno dell'Indipendenza dello Stato Ebraico, Biden ha definito “ferreo” l'impegno per la sicurezza dell'alleato. Dall'altra parte un'insofferenza sempre più vocale, per l'operato della leadership israeliana; espresso scetticismo, ad esempio, sulla possibilità di una “vittoria totale” su Hamas. Tetragono, però, il Governo Netanyahu; e ciò complica i piani della Superpotenza, che sembra avvertire il peso di un impegno prolungato su più quadranti. A drenare risorse, in particolare, il conflitto russo-ucraino. Nel corso dell'ennesima visita a Kiev Blinken ha comunque rassicurato Zelensky sul sostegno statunitense; sostenendo come gli aiuti siano “in arrivo” e possano fare “la differenza sul campo di battaglia”.
Fase critica, del resto, per le forze del Paese aggredito; costrette – nonostante l'inferiorità numerica - a distogliere contingenti da settori caldi del Donbass, per tentare di stabilizzare il nuovo fronte aperto dai russi nel Kharkiv. Già occupati una serie di villaggi; nel mirino ora la città di Vovchansk. L'intelligence ucraina ritiene inoltre probabile una spallata di Mosca pure più a nord, nella oblast di Sumy. Che la situazione sia ormai al limite parrebbe indirettamente dimostrato da prese di posizione come quella del consigliere del Presidente estone; che ha rivelato come il governo del Paese baltico stia discutendo “seriamente” la possibilità di un invio di truppe.
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