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Ucraina: visita di Zelensky al fronte di Zaporizhzhia. “Vinceremo sicuramente”

Mosca intanto conferma la volontà di posizionare armi nucleari in Bielorussia. E il Segretario del Consiglio di sicurezza Patrushev paventa scenari estremi, in caso di minaccia all'”esistenza” della Russia

27 mar 2023

A prima vista un'azione di “guerra ibrida”, l'annuncio di un prossimo dispiegamento di nucleari tattiche nel “cuneo” bielorusso. Sembrano infatti le opinioni pubbliche europee, il target reale: far leva sui timori di un'apocalisse atomica, sulla stanchezza emotiva verso un conflitto apparentemente senza fine, per creare faglie nel fronte avverso. E' la scommessa del Cremlino; con un occhio a ciò che accade oltreoceano, dove il supporto a Kiev è tema di confronto politico in vista delle Presidenziali.

E allora, nonostante le perplessità di Pechino, Mosca conferma oggi i propri piani; sottolineando di non curarsi delle reazioni. Come quella della Polonia, che ha invocato una risposta “calma ma ferma”; definendo “propaganda”, quella di Putin. Varsavia parrebbe dunque intenzionata – in termini pokeristici – ad andare a “vedere il bluff”. Quanto sia condivisa questa linea è oggetto di speculazioni. Specie in Ucraina: ormai dipendente dal sostegno militare di Paesi terzi. Necessario, con l'approssimarsi di settimane potenzialmente decisive, mantenere alto lo spirito combattivo. Ne è ben consapevole Zelensky, che oggi ha incontrato i soldati nell'area di Zaporizhzhia: possibile teatro della controffensiva di primavera. “Vinceremo sicuramente”, ha dichiarato il Presidente.

Massima attenzione al fronte interno anche al Cremlino; con una narrazione basata sul concetto di guerra esistenziale, contro quello che viene definito “Occidente collettivo”. “Di fatto i Paesi NATO sono parte del conflitto”, ha ribadito il Segretario del Consiglio di Sicurezza. E poi un monito: la Russia – ha affermato Patrushev – “possiede armi avanzate e uniche in grado di distruggere qualsiasi nemico, compresi gli Stati Uniti, in caso di minaccia alla sua esistenza”.

A stretto giro la notizia dell'arrivo in Ucraina di 18 Leopard 2 tedeschi; e del ritorno in patria degli equipaggi addestrati nel Regno Unito sui Challenger. Nessuna indicazione – per ovvi motivi – sull'attuale localizzazione dei carri armati. Improbabile, tuttavia, vengano gettati nella mischia a Bakhmut. Nella città in macerie è piuttosto battaglia di fanteria, con le rimanenti porzioni di abitato - in mano ai difensori - progressivamente erose dalla spinta delle forze di Mosca. Rivendicato, dai contractors della Wagner, il pieno controllo del grande impianto metallurgico Azom.





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