Ucraina, Zelensky confida nella mediazione di Pechino, Lavrov è in Turchia. Rilancio dell'offensiva russa terreste
Sul piano diplomatico è stallo, e l'attacco del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev
Sul piano diplomatico è stallo e l'attacco del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev contro i nemici della Russia definiti "bastardi e imbranati", rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. Lo spettro di una terza guerra mondiale è evocato dal presidente ucraino Zelenksy, che dichiara di auspicare che la leadership cinese "usi la sua influenza sulla Russia per porre fine al conflitto questa guerra". Sul campo Kiev annuncia di aver respinto la flotta russa nel Mar Nero, ma le truppe di Mosca hanno rilanciato l’offensiva terrestre. È in corso la «distruzione totale» degli ultimi bastioni ucraini nel Lugansk,, dove i russi starebbero utilizzando tattiche di terra bruciata». Le aree residenziali di Severodonetsk sono "totalmente" sotto il controllo di Mosca, che annuncia che il 97% del territorio della Repubblica Popolare di Lugansk è stato "liberato".
I corpi dei combattenti ucraini uccisi nell'acciaieria Azovstal di Mariupol, sono stati restituiti dalla Russia alle autorità ucraine, e trasferiti a Kiev, mentre nella città martire si affaccia il rischio di una epidemia di colera: “Mariupol, ha detto il vice sindaco della città - sta "letteralmente annegando "nelle acque contaminate dai rifiuti e dalla decomposizione di sepolture improvvisate, aggravate dall'arrivo del caldo. C'è poi il problema del ricatto alimentare, che sta provocando ulteriori tensioni tra UE e Russia e che si ripropone nel giorno in cui trapela l'accordo di massima tra Russia e Ucraina, con la mediazione della Turchia su un corridoio per il grano da Odessa; Bruxelles accusa la Russia infatti di avere distrutto il secondo più grande terminal di grano: il Presidente del Consiglio europeo, Michel, intervenendo di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è tornato a parlare della crisi alimentare causata dal blocco del grano in Ucraina. Una situazione che si ripercuote tra i paesi più poveri e la cui onda lunga potrebbe raggiungere l'Europa attraverso flussi migratori ingestibili.
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