USA: Biden “sfida” i Repubblicani nel discorso sullo stato dell'Unione

C'era grande attesa per l'intervento del Presidente davanti al Congresso. Ribadito l'impegno a “restare a fianco dell'Ucraina finché necessario”

Focalizzato soprattutto su questioni interne, il discorso solenne di Joe Biden davanti al Congresso; e non poteva forse essere altrimenti, vista la continua emorragia di consensi. Il 62% degli americani – stando agli ultimi sondaggi – ritiene che il Presidente abbia realizzato “non moltissimo”, o “poco o nulla”. Da qui l'esigenza di tracciare la futura agenda come fosse già il programma elettorale della sua attesa ricandidatura. Accettando il rischio di essere contestato – come poi effettivamente avvenuto, in alcuni passaggi -, dall'ala più dura dei Repubblicani, che controllano la Camera dopo le Midterm. “Finiamo il lavoro insieme”: questo il filo rosso dell'intervento; alternando toni ecumenici ad affondi decisi al Grand Old Party. Ha iniziato porgendo metaforicamente la mano al neo speaker McCarthy; per poi illustrare il suo piano per l'economia americana, con investimenti – ha sottolineato – in luoghi dimenticati. E poi riforma della polizia, bando alle armi d'assalto, ripristino del diritto d'aborto, sfida climatica, difesa del welfare. Solo in coda riferimenti alla politica estera; mostrando i muscoli contro il rivale strategico della potenza egemone. Inevitabile allora il riferimento all'abbattimento del presunto pallone-spia cinese.

Toni vagamente messianici, invece, quando è passato al dossier ucraino. “Staremo al vostro fianco finché sarà necessario – ha detto rivolgendosi all'Ambasciatrice di Kiev -. La nostra nazione sta lavorando per più libertà, più dignità, più pace, non solo in Europa, ma ovunque”. Ma pare piuttosto avviato verso un'escalation imprevedibile il conflitto in corso, con un coinvolgimento sempre più profondo dei Paesi NATO. Oggi la visita a Londra di Zelensky. Il Premier britannico Sunak si è detto pronto ad offrire anche missili “a più lunga gittata”. Ormai obliterata ogni ipotesi di mediazione. Chi ha ancora l'intenzione di provarci è il Presidente brasiliano Lula; che in vista dell'incontro con Biden – venerdì, a Washington – ha ribadito come il proprio Paese non intenda farsi coinvolgere nella guerra, e punti invece a creare le condizioni per un negoziato.

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