Usa: Biden si difende dopo il caso delle carte classificate. Critiche a Israele per la risposta "esagerata" su Gaza
“Non ho mai diffuso informazioni classificate”: Joe Biden interviene sul caso che ha creato un certo imbarazzo alla Casa Bianca. Secondo il procuratore speciale Robert Hur, Biden conservò e divulgò volontariamente materiali altamente classificati quando era vice presidente, inclusi documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan. Secondo le conclusioni, però, non va incriminato perché, spiega il procuratore, sarebbe difficile convincere una giuria a condannarlo.
Una vicenda che sta provocando reazioni negli Stati Uniti, specie tra i movimenti di destra, e che ha portato Biden a rispondere davanti ai giornalisti. Tra gli altri elementi citati da Hur anche la descrizione del Presidente come un uomo anziano e con poca memoria. “La mia memoria è a posto”, risponde il diretto interessato che rivendica i risultati raggiunti come presidente. “Avrei dovuto prestare più attenzione a come quei documenti venivano gestiti”, ammette, ribadendo però di non aver “infranto al legge”. Ancora imprevedibili le conseguenze sull'opinione pubblica. Subito partono i confronti con il procedimento di Trump e le carte classificate. Ma l'ex presidente, per l'attuale numero uno della Casa Bianca, “ha mentito e non ha collaborato. Io invece ho deposto”.
Biden che, nelle scorse ore, ha anche criticato il presidente israeliano Netanyahu per la risposta militare “esagerata” verso Gaza. E attaccare Rafah sarebbe “disastroso”, per gli Usa. Intanto, proprio Israele, sul fronte Libano si dice pronta a schierare centinaia di caccia. Secondo al-Arabiya, Usa e Qatar starebbero lavorando a un piano per espellere i leader di Hamas che si trovano a Doha.
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