USA: bufera politica dopo "emergenza nazionale" dichiarata da Trump
“Trafficanti di droga, criminali, gang, in America siamo di fronte a un'invasione”. E' quanto affermato da Trump - parlando al Paese, dalla Casa Bianca – per giustificare la dichiarazione di emergenza nazionale al confine con il Messico. Mossa certamente poco ortodossa, che gli permetterà tuttavia di raccogliere 8 miliardi di dollari da destinare alla costruzione del muro, scavalcando in tal modo il Congresso. E questo dopo la firma della Legge per evitare un nuovo shutdown. Durissima la reazione dei leader democratici, che hanno parlato di “presa di potere”, accusando il Presidente di aver stracciato la Costituzione. Intanto il Procuratore speciale Robert Mueller ha chiesto una condanna fra i 19 e i 24 anni di carcere per Paul Manafort: ex responsabile per la campagna presidenziale di Trump. Tutto ciò mentre prosegue l'indagine sul cosiddetto "Russiagate". Una vicenda, quella “giudiziaria”, riguardante il Presidente, che non ha ovviamente legami diretti con la decisione assunta ieri dal tycoon. Ma quest'ultima – polarizzando ulteriormente lo scenario politico-sociale americano – potrebbe indurre qualche repubblicano a non opporsi ad eventuali proposte di impeachment. Eventualità remota – comunque – secondo Andrew Spannaus, almeno fino a quando i repubblicani trarranno benefici, al Congresso, dalla Presidenza Trump, anche in vista dell'appuntamento elettorale del 2020.
Nel servizio l'intervista, sulla decisione di Trump, del giornalista e analista Andrew Spannaus
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