Usa: i 'Pentagon Leaks' mettono in fibrillazione l'intelligence americana
La corrispondenza di Marco Liconti (LA PRESSE)
Washington - La vicenda dei cosiddetti 'Pentagon Leaks' ha mandato in fibrillazione l'intelligence statunitense e incrinato i rapporti di Washington con diversi suoi alleati. Il 21enne Jack Teixeira, arrestato giovedì dall'Fbi, dopo che nelle 24 ore precedenti i media Usa avevano già iniziato a tracciare il suo profilo, è comparso per la prima volta venerdì davanti a un giudice. Contro il giovane aviere, appassionato di armi e addetto alla sicurezza della rete informatica della Guardia nazionale del Massachusetts, ci sono accuse di spionaggio, per le quali rischia nel complesso fino a 30 anni di carcere. La scoperta che da mesi Teixeira trafugava documenti segreti del Pentagono per poi condividerli su Internet in un gruppo di appassionati di videogiochi ha creato enorme imbarazzo agli Stati Uniti.
La Casa Bianca ha cercato di minimizzare la portata del danno. Ma è chiaro che, al di là del contenuto stesso dei documenti, che va dalle valutazioni sulla guerra in Ucraina alle rivelazioni, non del tutto nuove, che Washington tiene sotto controllo non solo i Paesi nemici, ma anche quelli alleati, il danno ha a che fare soprattutto con l'affidabilità degli Stati Uniti nel conservare al sicuro le informazioni raccolte con le loro enormi capacità di intelligence. Nei prossimi giorni, quando Teixeira comparirà di nuovo davanti al giudice, si saprà qualcosa di più sulle motivazioni del suo gesto. Nel frattempo, il presidente Joe Biden, rientrato dal suo lungo viaggio in Irlanda, dovrà rispondere alle richieste dei Repubblicani del Congresso, che puntano il dito contro la sua Amministrazione, accusata di avere compromesso la sicurezza nazionale e messo in imbarazzo il Paese agli occhi del mondo.
La corrispondenza di Marco Liconti (LA PRESSE)
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