USA: l'incriminazione di Trump spacca il Paese. No comment di Biden
Martedì pomeriggio l'udienza, riferiscono i media. Inevitabile l'impatto sulle Presidenziali. Il magnate ha già fatto sapere che parteciperò comunque alla corsa per la Casa Bianca
Chi gioisce e chi si indigna; dalle reazioni della gente comune la fotografia di un Paese lacerato. Mai, fino ad ora, un ex Presidente americano aveva subito l'onta dell'incriminazione. Trump sembra considerarla una sorta di medaglia: la prova di una “persecuzione politica”. “Non accetterà alcun patteggiamento”, hanno annunciato i suoi legali. Le accuse non sono ancora note; ma il caso principale sarebbe quello ormai noto del presunto pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels. Dovrebbe consegnarsi martedì, a Manhattan. Impronte digitali, foto segnaletiche; gli sarà forse risparmiata l'umiliazione delle manette. Forze dell'ordine in massima allerta, visti i recenti appelli di Trump e la tensione crescente. Silente, al momento, Joe Biden. Ma è chiaro che questa vicenda avrà un impatto profondo sulle Presidenziali. I big del partito repubblicano sembrano fare quadrato, intorno al tycoon; parlando di abuso di potere, di decisione oltraggiosa. Vista l'attuale composizione del Congresso un'eventuale “trumpizzazione” del Grand Old Party potrebbe avere conseguenze non irrilevanti sulle traiettorie di politica estera della superpotenza. Prevedibile l'apprensione, a Kiev; vista la dipendenza dal sostegno statunitense.
Celebrato oggi l'anniversario della liberazione di Bucha. “Non perdoneremo mai. Puniremo ogni colpevole”, ha dichiarato Zelensky. Nelle stesse ore tornava a farsi sentire Lukashenko, con toni apocalittici. “La terza guerra mondiale con incendi nucleari si profila all'orizzonte”, ha avvertito il Presidente bielorusso; che ha rilanciato la proposta di una tregua immediata sulla linea attuale del fronte. Subito cassata dal consigliere presidenziale ucraino Podolyak. Inammissibile, ha spiegato; significherebbe il diritto della Russia di rimanere nei territori occupati. E mentre sale la tensione tra Mosca e Washington, per l'arresto del giornalista del Wall Street Journal, il Cremlino identifica proprio negli Stati Uniti “la principale fonte di rischi per la sua sicurezza”. E' uno dei punti nodali delle nuove linee strategiche di politica estera; caratterizzate dall'abbandono di ogni velleità di appeasement con l'Occidente. Si parla piuttosto di minacce esistenziali, cui rispondere con “misure simmetriche e asimmetriche”. Ha ormai lo sguardo rivolto unicamente ad est, la Russia: all'India, alla Cina. Proprio a Pechino oggi la visita del Premier spagnolo Sanchez, che ha invitato Xi Jinping “ad avere una conversazione” con Zelensky, per conoscere il suo piano di pace.
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