Venezuela: dopo l'autoproclamazione di Guaidò lo scontro si sposta all'ONU
Dopo lo strappo di Juan Guaidò – autoproclamatosi Presidente e considerato da Nicolas Maduro una “marionetta” degli Stati Uniti - lo scontro, che riguarda anche le grandi Potenze mondiali, si è spostato all'ONU. Nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza, il Segretario di Stato americano Pompeo ha parlato di “esperimento socialista fallito”, chiedendo lo svolgimento di “libere elezioni il prima possibile”. Ironica la risposta dell'ambasciatore russo, secondo il quale la precedente tornata non era stata manipolata. “In Venezuela – ha sottolineato – esistono le urne elettroniche, non scatole di cartone”. E poi un duro attacco a Washington, accusata di voler tentare un golpe. Anche il rappresentante della Cina ha invocato lo stop ad ogni tipo di interferenza. Dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres un invito alla “massima moderazione da parte di tutti gli attori”, affinché si avvii un “dialogo inclusivo” per risolvere la crisi. Un ultimatum a Maduro, invece, da Merkel, Sanchez e Macron; che hanno annunciato che riconosceranno Guaidò come Presidente se entro 8 giorni non saranno convocate “libere elezioni”.
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