Washington - La settimana di Washington è stata dominata dalla visita a sorpresa di Volodymyr Zelensky, a conclusione di un anno nel quale la guerra in Ucraina è stata uno dei rari momenti di consenso bipartisan della politica americana. Il leader ucraino è prima stato ricevuto alla Casa Bianca e poi al Congresso, riunito per l'occasione in sessione congiunta, dove ha pronunciato uno storico discorso. La stampa americana ha scomodato i paragoni con quello pronunciato da Winston Churchill nel dicembre di 81 anni fa, pochi giorni dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour. La visita del premier britannico servì allora a cementare l'alleanza con gli Stati Uniti, che poi portò alla vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale.
Dal presidente Joe Biden, Zelensky ha incassato un nuovo pacchetto di aiuti militari da quasi 2 miliardi di dollari, che comprenderà anche una batteria di missili Patriot, una delle armi anti aeree più sofisticate dell'arsenale americano. "Grazie per l'aiuto, ma la guerra non è finita", ha detto il presidente ucraino, lasciando intendere che il prossimo anno serviranno ancora più armi, per fronteggiare l'offensiva che la Russia potrebbe lanciare in primavera. Anche davanti al Congresso, dove è stato accolto da una lunga standing ovation, Zelensky ha ringraziato l'America per il sostegno fondamentale ricevuto finora. I dollari che spendete per noi "non sono una carità, ma un investimento per la sicurezza globale", ha detto il presidente ucraino ai deputati e ai senatori americani, che nella nuova legge di spesa federale hanno approvato un nuovo stanziamento di 45 miliardi di aiuti militari a Kiev per il prossimo anno.
Quanto alle prospettive di pace, nell'incontro con Biden, Zelensky ha escluso ogni compromesso con Mosca, riguardo alla riconquista di tutti i territori occupati. Più sfumati i toni al Congresso, dove il presidente ucraino ha dovuto tener conto anche della crescente opposizione agli aiuti militari di quella parte del Partito repubblicano, seppure minoritaria, legata a Donald Trump. Che il prossimo anno sia un anno di vittoria, ha augurato e si è augurato Zelensky, che con la sua visita ha certamente consolidato il suo ruolo di leader di guerra, ribadito quello di leader dell'Occidente del presidente Biden e regalato a Nancy Pelosi un finale da libri di storia per la sua la sua carriera da speaker della Camera.
La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)