L’Ucraina resta sospesa tra la speranza di una svolta diplomatica dai colloqui in corso e la realtà dell'assedio e dei bombardamenti incessanti sulle città. Accolto con una standing ovation dal Congresso Usa, il Presidente ucraino Volodymir Zelensky, in video conferenza, lancia ancora una volta l'appello a fare di più, anche sul fronte delle sanzioni: "Il nostro Paese vive l'11 settembre da tre settimane" – ha detto, reiterando la richiesta di una "no-fly zone" sull'Ucraina, insieme alla chiusura dei porti americani alla Russia". Poi rivolgendosi a Biden: "Essere il leader del mondo – scandisce - vuol dire essere leader della pace". Il Presidente Usa annuncia altri 800 milioni di aiuti, anche droni e armi anti-aeree a lungo raggio. Immediata la replica di Vladimir Putin, attraverso dichiarazioni alla Tass: le operazioni "procedono con successo", - dice - ma "l'obiettivo della Russia non è occupare l'Ucraina". A subire "un vero genocidio" sono stati gli abitanti del Donbass per 8 anni e gli Stati Uniti devono "fermare la fornitura di armi" a Kiev.
Ma da Bruxelles, parallelamente, chiude Jens Stoltenberg al termine della ministeriale straordinaria Difesa Nato: "Dobbiamo continuare a fornire un supporto significativo" all'Ucraina, - dichiara il segretario generale dell'Alleanza - "inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e umanitari". Resta invece l'opposizione alla no-fly zone per il rischio concreto di una spiralizzazione della situazione.
Stati Uniti e Russia che oggi si sono parlati, in quello che è uno dei primi contatti dall'inizio della guerra. Colloquio telefonico tra il consigliere alla Sicurezza Nazionale Jake Sullivan e l'omologo russo, il generale Nikolay Patrushev. Nel corso della telefonata, Sullivan ha messo in guardia Mosca sulle "implicazioni e le conseguenze" dell'uso di armi chimiche”. Secca la replica: scorte già eliminate adempiendo completamente agli obblighi internazionali.
Intanto la Corte internazionale di Giustizia si pronuncia su richiesta di Kiev: “la Russia deve sospendere immediatamente l'operazione militare sul territorio ucraino". Zelensky esulta su Twitter: "L'ordinanza è vincolante ai sensi del diritto internazionale - scrive - Mosca fermi l'invasione".
E da Strasburgo, un'altra netta risposta alla Federazione Russa. Il Consiglio d'Europa attraverso un documento votato all'unanimità chiude le porte a Putin: avviata la procedura di espulsione “per l'aggressione ingiustificata” di un Paese sovrano, prevista dall'articolo 8 dello Statuto, nonostante Mosca, giocando d'anticipo, avesse già ieri annunciato il proprio ritiro.